Parco del Basso Isonzo
Il parco del Basso Isonzo, con una superifice di 600.000 mq, è uno dei principali cunei verdi del sistema territoriale-ambientale padovano.
L'area del Parco, localizzata in posizione strategica rispetto ai Colli Euganei ed al medio corso del Brenta, è lambita, a sud, dal fiume Bacchiglione.
MAPPA DELL'AREA
La sua natura e forma sono il risultato delle vicende fluviali, si riconoscono, infatti, fasce di esondazione dei corsi d'acqua, aree di divagazione formate da depositi alluvionali con presenza di paleoalvei (antica sede di scorrimento del fiume) e cave dismesse.
Nel Parco, oltre a poter praticare sport e giochi, si possono effettuare escursioni ciclo-pedonali, praticare il birdwatching e l'osservazione botanica, conoscere e recuperare tradizioni agricole venete e coltivare un orto urbano.
Al parco del Basso Isonzo è stata assegnata la valenza di "Parco Urbano", inserendosi all'interno di un disegno organico che prevede la sua suddivisione in tre macrozone, in funzione delle principali vocazioni e funzioni:
- un'ampia area è destinata ad attività ludico-ricreative e a parco gioco, comprensiva di una sezione, in prossimità del fiume, a vocazione ludico-sportiva con la valorizzazione della risorsa acqua.
Quest'area è collegata a nord con la zona di consolidamento delle superfici sportive, che sono sia in corso di realizzazione, sia già realizzate, come il Parco degli Ulivi di Gerusalemme - mappa; - un'area centrale di grandi dimensioni con vocazione di parco estensivo.
Quest'area, che è di libera fruizione e corrispondente al primo stralcio esecutivo della progettualità complessiva, funge da transizione tra l'area del parco ad uso ricreativo ad est e il parco agricolo ad ovest (Campo dei Girasoli - mappa).
L'area si estende su una superficie di 40.000 mq; - una grande area ad ovest con vocazione a parco agricolo.
Quest'area è in corso di realizzazione.
L'area centrale estensiva: il Campo dei Girasoli
All'interno del parco c'è un'area attrezzata, denominata "Campo dei Girasoli", che si estende su una superficie di 40.000 mq.
Gazebi attrezzati con tavoli da pic-nic permettono una piacevole sosta, osservando le varietà naturali che compongono il verde circostante.
Vegetano rigogliose specie arboree di pianura (salici, frassini, platani, pioppi), con alcune piante da bacca, come il pero selvatico (Pyrus pyraster) il gelso (Morus alba e nigra), il ciliegio (Prunus avium), arbusti di viburno, nocciolo e frangola.
A nord si alternano piccoli appezzamenti dimostrativi di colture erbacee in rotazione.
Nel corso del 2014 sono stati seminati erba medica, con funzione miglioratrice, e girasole.
I campi sono separati da un filare di vite maritata ad acero campestre, con le varietà autoctone "Pinella" e "Marzemina nera Grossa", e da un filare di salgaro (Salix alba).
Da nord a sud sono inoltre state messe a dimora siepi campestri moltiplicate da seme con specie arboree (platani, salici, aceri campestri, olmi, noccioli) ed arbustive (nocciolo, biancospino, sanguinella, pero selvatico, sambuco, viburno, prugni, ecc).
Nella tradizione agricola sono molte le funzioni delle siepi: fonte di legna, rifugio per la fauna selvatica, impollinazione, separazione degli appezzamenti.
Oltre alla vegetazione spontanea sono presenti coltivazioni agrarie e di verde antropizzato (frequentato dall'uomo).
La vegetazione spontanea ripariale è rappresentata da una residua presenza del fragmiteto (formazione floristica lacustre) lungo il Bacchiglione.
Nelle aree golenali si riconoscono tracce di bosco igrofilo (umido), costituito dal saliceto. Sono comunque fortemente presenti commistioni spontanee di specie in via di naturalizzazione, rappresentate soprattutto dalla Robinia pseudoacacia.
Le coltivazioni agrarie riscontrate sono il residuo di quelle tradizionalmente presenti in quest'area: seminativi (prevalentemente frumento e mais), coltivazioni arboree (vigneti e frutteti), organizzate in filari o porzioni di appezzamento, e coltivazioni orticole, anche in serra.
Vi erano molte fasce di suolo incolto, specialmente nelle zone che hanno subito una progressiva urbanizzazione.
L'edificio rurale in ristrutturazione, diventerà centro di documentazione del parco e sede di attività didattica rivolta alle scuole, ma non solo.
L'area è caratterizzata da un vecchio filare di vite maritata ad acero campestre, a cui sono state aggiunte nuove vigne appartenenti a due antiche varietà autoctone "Dorona" e "Corbina".
Nell'aia vi sono animali da bassa corte (anitre, oche, galline, conigli).
La presenza di una piazza aumenterà la dimensione sociale e la partecipazione pubblica, con iniziative per tutta la cittadinanza, come il mercatino dei prodotti agricoli a km 0, sviluppando nuove opportunità per le attività economiche legate al territorio. Lo scopo sarà anche promozionale, rivolto alle piccole realtà agricole ancora presenti nella zona, dedite in particolare all'orticoltura, che possono creare una rete commerciale diretta dal produttore al consumatore, incentivando il recupero del rapporto con la terra e la vita rurale alle porte della città.
Il progetto del parco del Basso Isonzo muove i primi passi nel 2007, nell'ambito degli obiettivi del Piano di Azione Locale di Agenda 21 di Padova che prende mutuato dal programma di sviluppo sostenibile stabilito con il summit di Rio de Janeiro del 1992.
L'obiettivo 30, in particolare, riguarda la formazione di una cintura verde periurbana, formata da un sistema di parchi pubblici e rurali, spazi e percorsi verdi, aree agricole, giardini e corridoi ecologici.
Associazioni, enti, comitati, con il coordinamento del Comune di Padova, hanno costituito il gruppo tematico "Processi partecipati sui parchi urbani", nel quale tutti sono stati chiamati a confrontarsi e a fornire idee, proposte e linee guida relativamente alle prospettive, alle vocazioni ed ai servizi del Parco.
Il piano si propone di ricostruire il paesaggio agrario in ambito periurbano, mediante scelte progettuali che già dal primo stralcio stanno reintroducendo elementi del bosco planiziale (di pianura) ormai scomparso, la trama delle siepi campestri lineari, le colture agrarie in consociazione ed in rotazione secondo tecniche di agricoltura integrata ed in futuro biologica certificata, con un notevole aumento della biodiversità.
L'intervento contribuisce al miglioramento e alla valorizzazione paesaggistica del luogo, sia recuperando il paesaggio tradizionale agrario dal punto di vista territoriale, sia introducendo tecniche ecosostenibili in grado di governare, e allo stesso tempo tutelare e valorizzare, la zona, il tutto nel rispetto sia degli obiettivi della Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro del 1992, sia della Convenzione Europea del Paesaggio.
Il Parco si farà promotore di attività di educazione con coltivazioni dimostrative, l'applicazione di metodi che tutelano il paesaggio e lo arricchiscono in biodiversità, in un'ottica di esempio riproducibile in contesti limitrofi, con un possibile sviluppo futuro, anche sinergico, tra le diverse realtà comunali.
Riferimenti
Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana