Giovanni Borromeo
Giovanni Borromeo nacque a Roma il 15 dicembre 1898 da una famiglia di antica tradizione cattolica.
A diciotto anni partì per la Grande Guerra, dalla quale tornò con una medaglia di bronzo al valor militare. A soli ventidue anni si laureò in medicina con il massimo dei voti e la lode. A trentun anni vinse il concorso per il posto di primario medico bandito dagli Ospedali Riuniti di Roma. Ebbe il titolo di primario, ma non il posto che gli spettava per il suo rifiuto di prendere la tessera del Partito Nazionale Fascista. Nel 1934 il priore dell’ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina a Roma, fra’ Maurizio Bialek, gli conferì l’incarico di primario e nel giro di pochi anni l’antico nosocomio divenne il più moderno ed efficiente ospedale di Roma.
Durante l’occupazione nazista, Giovanni Borromeo, incurante del grave rischio a cui esponeva la propria vita, riuscì a salvare oltre un centinaio di ebrei ricorrendo a un espediente incredibile: si inventò una malattia, estremamente contagiosa e pericolosa, cui diede il nome di Morbo di K, dove K stava ad indicare Herbert Kappler, ufficiale tedesco responsabile delle persecuzioni antiebraiche a Roma e dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Ricoverava gli ebrei nella struttura ospedaliera fingendo che ne fossero affetti e quindi, con falsi documenti, li smistava in vari monasteri. In questa sua opera di salvataggio fu determinante l’appoggio del Vaticano, garantito dall’amico monsignor Giovanni Battista Montini (il futuro Paolo VI), che agiva su preciso mandato di Pio XII.
Giovanni Borromeo prese parte attiva alla Resistenza installando negli scantinati del Fatebenefratelli, insieme con il priore Bialek, una radio ricetrasmittente che consentiva il collegamento con i partigiani operanti nel Lazio e soprattutto con il suo caro amico, il generale Roberto Lordi, che dopo l’8 settembre 1943 era entrato nella Resistenza e che morì fucilato alle Fosse Ardeatine.
Finita la guerra, Giovanni Borromeo ricevette i riconoscimenti della Comunità Ebraica di Roma e dagli Ebrei d’Italia, la Medaglia d’Argento al Valor Civile e infine, nel 2004, Israele gli conferì il titolo di Giusto fra le Nazioni e il suo nome è stato scritto in lettere d’oro allo Yad Vashem.
Nelle file della Democrazia Cristiana fu Assessore all’Igiene e Sanità del Comune di Roma e continuò a esercitare la professione medica fino all’ultimo. Morì il 24 agosto 1961 nel suo Ospedale all’Isola Tiberina fra le braccia del figlio Pietro con queste parole: «Non morirò del tutto continuerò a vivere in te». Il Comune di Roma gli ha intitolato una strada.
Nel 2013 Giovanni Borromeo è stato inserito nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.