Vittorio e Palmira Roncoli
Vittorio Roncoli (1875 - 1965), nacque a Venezia il 27 ottobre 1875, lasciato nella “Ruota degli Esposti” del Sestiere Castello, fu successivamente affidato ad una famiglia di San Donà di Piave, dove risiedette fino alla sua morte, il 2 gennaio del 1965. L’idea dell’abbandono e la ricerca della sua vera mamma furono una costante dolorosa della sua vita che gli permise di sviluppare una profonda empatia per chi si trovava in situazioni di bisogno e di offrire loro accoglienza e calore umano.
Nel 1944, rimasto vedovo della moglie Elisabetta con la quale aveva avuto 10 figli, viveva a San Donà di Piave, in via Pralungo 3, con la figlia Palmira, nubile (19/09/1904-24/09/1986) in una casa modesta non lontana dalla nota Villa De Faveri che era stata occupata dai tedeschi ed adibita a sede di comando nazista.
Noncuranti del grandissimo pericolo, Vittorio e sua figlia accolsero in casa una famigliola ebrea composta da una madre, Elisabetta Peterselka Vertes e due figlie Margherita (Greti) e Clara Vertes, fuggite da Fiume, scenario di pesanti rastrellamenti e deportazioni. Nella loro fuga da Fiume, in treno, le tre donne avevano incontrato un finanziere al quale, disperate e senza meta, avevano raccontato la loro storia e questi aveva suggerito loro di rivolgersi ai suoi conoscenti signori Roncoli di San Donà di Piave, persone buone e generose, amanti della giustizia e rispettose della dignità umana. Le tre fuggiasche trascorsero una notte dai Roncoli, pronte a ripartire il giorno seguente, ma Palmira Roncoli si oppose con determinazione alla loro partenza, offrendo la loro ospitalità e protezione per tutto il tempo necessario e così restarono ospiti dei Roncoli, nascoste nella loro soffitta, fino al termine della guerra.
Le Vertes non furono mai individuate ed arrestate dai soldati tedeschi, anche se occasionalmente si concedevano delle uscite brevi e ben programmate e talvolta Palmira riusciva anche, con non pochi rischi, ad incontrare Ernesto, il fratello di Greti e Clara, in campagna perché in paese era troppo pericoloso, per poter consegnargli almeno delle lettere della mamma e delle sorelle.
Finita la guerra la famiglia Vertes si trasferì a Trieste, ma continuarono i contatti e le visite reciproche tra Palmira e suo fratello Guido con i fratelli Vertes, testimonianza di un bel rapporto di amicizia instauratosi tra loro e tuttora esistente tra i nipoti, fatto di gratitudine e rispetto reciproco. Segno tangibile di questa storia a lieto fine è una medaglietta d’oro appesa ad un braccialetto che Margherita Vertes regalò a Palmira Roncoli, nella quale fece incidere la dedica “A Palmira con riconoscenza per l’ospitalità goduta - 1944. Gretti”.