Inquinamento atmosferico - le polveri sottili
Dati di PM10 e PM2,5
- DATI PM10: dati in diretta - dati validati
- DATI PM2,5: dati in diretta
- BOLLETTINO DI ALLERTA DATI PM10
Cosa sono le polveri
Le polveri sospese, dette anche particolato, sono costituite da un insieme eterogeneo di particelle di materiale solido e liquido, in sospensione nell'aria. Le polveri vengono classificate in base alla dimensione delle particelle e si indicano con la sigla PM (particulate matter ovvero materiale particolato).
Relativamente al particolato più fine, a seconda della loro dimensione, convenzionalmente si distinguono le polveri sottili in PM10, PM2.5 e PM1 dove il numero dopo la sigla PM sta ad indicare la grandezza del diametro della particella misurato in micrometri o µm. Le polveri PM10 sono costituite per circa il 60% - 70% dalla frazione più sottile PM2,5. La loro composizione chimica può variare ed è strettamente legata alla loro origine: se naturale o da attività umane o se le polveri vengono immesse nell'atmosfera direttamente dalle sorgenti (in tal caso sono denominate "primarie") o si generano in atmosfera per reazione chimico-fisica di altri inquinanti chiamati “precursori” (in tal caso si parla di polveri "secondarie") legata ad attività umane. Nelle polveri si possono trovare elementi come il carbonio o metalli, o composti come i nitrati, i solfati o composti organici o ancora miscele complesse come particelle di suolo o gli scarichi dei veicoli diesel.
Principali fonti emissive
Le polveri sottili che hanno origine direttamente dalle attività umane derivano principalmente dai riscaldamenti domestici alimentati a biomasse legnose, il traffico veicolare, ecc.) e in parte si formano in atmosfera per reazione chimico-fisica di altri inquinanti chiamati “precursori” emessi principalmente dal traffico (gli ossidi di azoto NOx) e dal settore agro-zootecnico (l’ammoniaca NH3), creando una condizione di inquinamento diffuso sull’intero territorio del Bacino Padano.
Nel contesto dell'area urbana di Padova le principali fonti emissive sono costituite dagli impianti di riscaldamento (in particolare a biomassa legnosa), dal traffico stradale (in particolare i veicoli diesel), dalle combustioni all’aperto e dell’agricoltura (per l’emissione di precursori quali l’ammoniaca).
Effetti causati dalle polveri
Per valutare gli effetti sulla salute particolare attenzione viene posta sulle polveri più sottili PM10 e PM2,5 poichè per la loro natura sono in grado di penetrare in profondità nell'apparato respiratorio e costituire un pericolo per la salute e possono inoltre rimanere sospese nell'aria per parecchi giorni ed essere trasportate dal vento anche a grandi distanze.
Il monitoraggio ambientale del particolato con diametro inferiore a 10 µm (PM10) può essere considerato un indice della concentrazione di particelle in grado di penetrare nel torace (frazione inalabile). A sua volta il PM2,5 (con diametro inferiore a 2.5 µm) rappresenta la frazione in grado di raggiungere la parte più profonda dei polmoni (frazione respirabile).
Le polveri PM10 che si depositano nel tratto superiore o extratoracico (cavità nasali, faringe, laringe) possono causare effetti irritativi locali quali secchezza e infiammazione. Le polveri PM2,5 che riescono a raggiungere la parte più profonda del polmone (bronchi e bronchioli) possono causare un aggravamento delle malattie respiratorie croniche (asma, bronchite ed enfisema).
Monitoraggio delle polveri
Le polveri sottili PM10 e PM2,5 vengono costantemente monitorate da ARPAV ai sensi del D.Lgs n. 155/2010 e sono oggetto di particolare attenzione per il fatto che uno dei due limiti di legge (il limite giornaliero per il PM10) non viene ancora rispettato, seppur in miglioramento. Per tale ragione le concentrazioni rilevate costituiscono un riferimento per i bollettini di allerta collegati all’attuazione delle misure per la qualità dell’aria che vengono attivate annualmente, da ottobre ad aprile, sulla base delle disposizioni regionali.
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