Stop alla tratta. Libera le persone. "La vita" nel quartiere
L’articolo 3 del Protocollo addizionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine transnazionale organizzato identifica come tratta il reclutamento, l’ospitare o l’accogliere persone tramite l’impiego o la minaccia di impiego della forza o di altra forme di coercizione come rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità, dando oppure ricevendo somme di denaro o benefici al fine di ottenere il consenso di un soggetto che ha il controllo su un’altra persona, per fini di sfruttamento. Per sfruttamento si intende, come minimo, lo sfruttamento della prostituzione o altre forme di sfruttamento sessuale, quello lavorativo o servizi forzati, la schiavitù o pratiche analoghe come l’asservimento o l’espianto di organi. Accanto a queste forme di sfruttamento si sono aggiunte poi anche delle nuove forme di sfruttamento come quello nelle adozioni illegali di minori stranieri, nei matrimoni forzati e nel traffico di organi.
La tratta di esseri umani non va confusa con il traffico di migranti (Smuggling) ovvero il crimine che consiste nello spostamento illegale di una o più persone da uno Stato ad un altro con il consenso della persona trafficata e senza finalità di sfruttamento; la differenza sostanziale consiste nel fatto che nel traffico di migranti il migrante ha un ruolo attivo nel contattare l’organizzazione e il rapporto tra loro finisce una volta raggiunta la destinazione mentre nella tratta il raggiungimento della destinazione coincide con l’inizio dello sfruttamento.
Le vittime sono donne, uomini e minori in particolare, di qualsiasi estrazione culturale, origine etnica e classe sociale.
Le donne e i minori sono i soggetti più esposti a questa forma moderna di schiavitù, in particolare rispetto allo sfruttamento sessuale. Vengono da tutti i paesi del mondo ma in particolare dalle zone più povere dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina nonché dai paesi dell'Est Europeo.
Spesso sono persone che hanno gli stessi desideri e aspirazioni di chiunque: migliorare le proprie condizioni di vita. Sono persone che maturano un proprio progetto migratorio, l'idea cioè di migrare in un paese dove vedono la possibilità di realizzare la loro aspirazione.
Il Comune di Padova è impegnato, attraverso il Settore servizi sociali, sin dalla prima comparsa del fenomeno della tratta, nell'attuazione di interventi di promozione e tutela della persona, mettendo a disposizione sia risorse umane che economiche. A tale proposito è stato istituito il "Tavolo territoriale per la lotta contro la tratta delle persone" a cui hanno aderito le forze dell'ordine, gli enti e le associazioni del territorio per l'attivazione di progetti ed interventi condivisi.
L'intervento viene svolto congiuntamente ai contributi dello Stato e della Regione del Veneto (L.R. 41/97, Osservatorio regionale tutela e promozione della persona), avvalendosi della collaborazione del privato sociale.
a) Il finanziamento statale, a cura del Dipartimento pari opportunità, finanzia i progetti annuali finalizzati alla realizzazione di programmi di protezione sociale ex art. 18 - Decreto legislativo 286/98 - rivolti alle donne vittime di tratta.
Per l'anno 2016 è stato finanziato il progetto "N.A.ve” è l’acronimo di Network Antitratta per il Veneto ovvero un sistema unico e integrato di emersione e assistenza delle vittime di tratta e grave sfruttamento indipendentemente dallo status giuridico, dall’età, dalla nazionalità, dal genere e dal tipo di sfruttamento. Oltre allo sfruttamento sessuale, le vittime sono schiave del lavoro (in agricoltura, nei laboratori manufatturieri, nel lavoro domestico), delle economie illegale forzate (spaccio di stupefacenti e furti), dell’accattonaggio e coinvolte in matrimoni forzati.
Il Progetto prevede azioni di contatto, di emersione e di identificazione delle potenziali vittime di tratta e grave sfruttamento e la realizzazione dei programmi di assistenza e inclusione sociale. In tal senso, l’equipe di progetto è composta da esperti del fenomeno della tratta con competenze educative, psicologiche, trans-culturali, socio-pedagogiche, di mediazione linguistica e culturale e in diritti umani.
La metodologia adottata è quella del lavoro multiagenzia e multidisciplinare orientato alla tutela dei diritti umani e all’empowerment dei soggetti beneficiari con presa in carico di tutte le potenziali vittime che emergono dal territorio del Veneto dal primo settembre 2016 fino al 28 febbraio 2019.
Il Progetto N.A.Ve ha come obiettivo strategico la lotta alla tratta e al grave sfruttamento e la tutela dei diritti delle vittime di sfruttamento sessuale, lavorativo, nell’accattonaggio, nelle economie illegali forzate e nei matrimoni forzati.
Il progetto si propone di:
- entrare in contatto con circa 3500 persone, di queste il numero stimato di persone richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale è 500;
- avviare almeno 300 valutazioni di potenziali vittime di tratta su tutto il territorio regionale e garantire standard omogenei di identificazione e prima assistenza;
- realizzare 125 Programmi di Assistenza Individualizzati;
- promuovere la cooperazione tra i soggetti istituzionalmente deputati all’applicazione dell’art. 13 della legge 228/2003 e art. 18 d.l.vo 286/98, in particolare Forze dell’ordine e Direzione Distrettuale antimafia del Veneto;
- offrire alle Forze dell’ordine una rete specializzata in interventi sociali con persone vittime di tratta, capace di rispondere nell’urgenza e nell’emergenza all’accoglienza della richiesta d’aiuto e alla pronta assistenza;
- garantire all’autorità giudiziaria che le possibili vittime di tratta usufruiscano di un sostegno sociale, assistenziale e legale;
- offrire ai Servizi Sociali territoriali un operatore dedicato in grado di garantire, mediante una reperibilità, una risposta immediata e specialistica al momento dell’emersione;
- garantire una Unità di Crisi e Valutazione centralizzata con compiti di orientamento e di valutazione, specialistica e multi-professionale.
E' attivo un servizio di ascolto, con operatori dell'associazione Mimosa, dalle 10 alle 18:00 - telefono 049 8752638
Il servizio è dedicato ai cittadini che vogliono segnalare la presenza di prostituzione, sia di strada che di appartamento, presunto sfruttamento o situazioni sgradevoli, come sporcizia e disturbo, legati alla presenza del fenomeno nel proprio quartiere.
Riferimenti
ufficio Servizi di prevenzione - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova