Raoul Wallenberg
Raoul Gustav Wallenberg nacque in Svezia il 4 agosto 1912.
Apparteneva a un’importante e ricchissima famiglia di banchieri, che gli assicurarono un’educazione raffinata. Talento naturale, dotato di intelligenza superiore, apprese rapidamente molte lingue (francese, inglese, tedesco e russo) e conseguì la laurea in architettura nel Michigan, dove trascorse alcuni anni.
Al ritorno in patria si impiegò in una azienda che intratteneva rapporti d’affari con l’Ungheria.
Giovane brillante e amante della bella vita, quando, nel giugno del 1944, la Fondazione statunitense per i rifugiati di guerra (WRB, War Refugee Board) creata da Roosevelt, lo invitò a recarsi a Budapest, accettò immediatamente.
Il 9 luglio il governo di Stoccolma lo inviò in missione diplomatica nella capitale ungherese con il ruolo di Primo Segretario d’Ambasciata. Wallenberg si dedicò subito a soccorrere gli ebrei ungheresi perseguitati dai nazisti che avevano occupato l’Ungheria nel marzo del 1944. Nell’arco di pochi mesi, sotto la supervisione di Adolf Eichmann, oltre 450.000 ebrei ungheresi erano stati deportati e sterminati, senza contare gli sventurati massacrati sul posto e quelli gettati vivi, legati o zavorrati, nelle acque del Danubio. Una ferocia spaventosa, inaudita.
A luglio sopravvivevano in Ungheria circa 200.000 ebrei.
A molti di loro Wallenberg, dando prova di straordinario coraggio, creatività e inventiva, oltre che di una incredibile resistenza fisica, consegnò tessere false che aveva fatto stampare a decine di migliaia. Con tanto di bandiera, corona svedese e miriadi di timbri, i cosiddetti Passaporti di protezione (Schutzpass) attestavano falsi legami dei detentori con la Svezia.
In tal modo evitò la deportazione di quegli sventurati ad Auschwitz e in altri campi di concentramento. Intervenne più volte anche in stazione, salendo sui treni dove gli ebrei erano già stipati, sbraitando e accusandoli di pigrizia perché non erano passati in Ambasciata a ritirare i passaporti. Questi episodi sono documentati dai sopravvissuti e da altre fonti testimoniali.
Wallenberg utilizzò anche le cospicue risorse messe a disposizione dalle autorità svedesi e dal WRB per costruire cucine e ospedali da campo, orfanotrofi e scuole per gli ebrei superstiti e istituire una zona sicura con “case protette”, acquistate o affittate, dove poterono trovare rifugio circa 33 mila persone.
Dal 15 ottobre 1944 i nazisti poterono giovare dell’aperta complicità del governo ungherese, perché in quella data era salito al potere il partito filonazista e antisemita delle famigerate Croci frecciate di Ferenc Szálasi. Wallenberg proseguì imperterrito la sua opera. Coinvolse nelle operazioni di protezione anche altre Delegazioni di paesi neutrali: particolarmente significativi furono gli apporti di Carl Lutz, Console Generale svizzero, e di Giorgio Perlasca, sedicente Console spagnolo. Si deve a loro se al momento della liberazione di Budapest da parte dell’Armata Rossa nel febbraio del 1945 sopravvivevano ancora poco più di 100.000 ebrei.
Raoul Wallenberg fu visto per l’ultima volta in compagnia di ufficiali sovietici.
Probabilmente, nella confusione che regnava in quei giorni, fu arrestato e portato a Mosca: qualcuno pensa per errore, altre fonti parlano di un’accusa di spionaggio a favore degli Stati Uniti. In ogni caso di lui non si seppe più nulla.
Per i sovietici sarebbe morto d’infarto il 17 luglio 1947, all’età di 35 anni. Tale versione, comunque, non è mai stata ufficialmente confermata.
Yad Vashem l’ha riconosciuto Giusto tra le Nazioni nel 1963. «Luce di speranza per chi l’aveva persa, di coraggio per chi ne aveva bisogno, di integrità in un’epoca di malvagità senza precedenti»: così l’ha recentemente definito Shimon Peres, Presidente dello Stato d’Israele.
Barack Obama gli ha conferito nel 2012 la Medaglia d’oro del Congresso, la più alta onorificenza statunitense.
A Raoul Wallenberg è stato anche conferito il titolo di cittadino onorario di Israele, degli Stati Uniti, del Canada e dell’Ungheria.
Per iniziativa del Governo svedese e del Parlamento ungherese, il Consiglio d’Europa ha istituito nel 2014 il Premio Raoul Wallenberg.
Dal 2012 è inserito nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.