Comunicato stampa: presentato il nuovo allestimento espositivo del famoso Crocifisso di Giotto al Museo Eremitani
E' stato presentato in anteprima venerdì 21 aprile (l’inaugurazione ufficiale seguirà nelle prossime settimane) al Museo Eremitani il nuovo allestimento espositivo del celeberrimo Crocifisso di Giotto, che sarà così visitabile anche dai numerosissimi turisti italiani e stranieri che arriveranno in città con i ponti del 25 aprile e del 1 maggio.
All'interno della sezione trecentesca del Museo d'Arte, il nuovo allestimento della sala Giotto intende valorizzare la Croce e la tavola con il Dio Padre, entrambe provenienti dalla Cappella degli Scrovegni, riservando loro un adeguato spazio espositivo.
Il progetto di allestimento è stato affidato allo Studiomas architetti di Padova, con il mandato di sviluppare un ambiente che mettesse in risalto il valore delle opere quali preziose testimonianze storico-artistiche e al contempo rispondesse alle esigenze di accessibilità del pubblico. A differenza del precedente allestimento, è ora possibile ammirare i capolavori di Giotto in una sala a loro dedicata dall'atmosfera molto suggestiva, dato che gli affreschi staccati dei pittori Riminesi, che diedero un importante contributo alla diffusione delle novità giottesche, sono stati trasferiti nella sala adiacente. Qui si può godere delle pitture a distanza ravvicinata per meglio coglierne il valore artistico.
L'allestimento è stato realizzato con il contributo di Aps Holding e della Camera di Commercio di Padova.
Il sindaco Sergio Giordani che ha voluto passare per ammirare il nuovo allestimento commenta: “Devo fare i miei complimenti all’assessore Colasio e a tutto il suo staff, che hanno valorizzato in maniera davvero importante quest’opera eccezionale, davanti alla quale ci si emoziona davvero. Padova merita di mettere in luce questi capolavori”.
L’assessore alla cultura Andrea Colasio sottolinea: “Questo è il Giotto più maturo, il Giotto compiuto del processo di umanizzazione del sacro, basta guardare il volto, la drammaticità che esprime, la cassa toracica la tensione dei tendini, i nodi sulle mani, il Cristo in questo dipinto è un uomo, un corpo, un corpo che sta cadendo. Questi dipinto nel quale il processo di umanizzazione è compiuto è uno dei grandi capolavori giotteschi che si esprime al massimo proprio nella Cappella degli Scrovegni, e questa croce è contemporanea alla Cappella. Creare questo spazio è un modo di conoscere l’importanza strategica di questa croce che si inserisce a pieno titolo nell’itinerario della Urba Picta, patrimonio Unesco del mondo. Le opere d’arte devono essere vissute, oggi entrando in questo spazio, realizzato grazie anche all’aiuto del presidente della Camera di Commercio Antonio Santocono che ha capito il progetto e ci ha creduto, offriamo allo sguardo quest’opera come mai prima era stato possibile, confermando Padova come una delle mete imperdibili della grande arte di ogni tempo”.
Riccardo Bentisk ad di Aps Holding che ha contribuito al progetto è soddisfatto: “Quando mi è stato chiesto di partecipare a questo progetto, aderire è stato non solo un orgoglio per la nostra azienda, ma anche una gioia personale perché mi ha riportato ai miei studi umanistici e di storia dell’arte. E' importante sottolineare come questa operazione confermi la consonanza di intenti tra quest’azienda e l’Amministrazione della città. Inoltre c’è la soddisfazione di aver contribuito a restituire alla città la fruizione di un’opera d’arte eccezionale”.
SUL CROCIFISSO DI GIOTTO
Il Dio Padre in trono (esposto nella stessa sala della Croce) e la Croce provengono dalla Cappella degli Scrovegni e costituiscono le uniche opere su tavola superstiti dell'attività padovana di Giotto, che giunse in città dopo l'esperienza di Assisi. Entrambe sono esposte in museo per ragioni conservative.
Dipinta su entrambi i lati, la Croce presenta, oltre al Cristo crocifisso, il Cristo benedicente in alto, Maria e San Giovanni ai lati e il Golgota in basso; sul retro, molto rovinato, al centro si trovano il tondo con l'Agnello mistico e i simboli degli Evangelisti ai quattro bracci.
La figura di Cristo è appesa a una croce dipinta, che a sua volta si staglia su una preziosa stoffa, ed è caratterizzata da un corpo sottile e affusolato con un perizoma finissimo,
trasparente e percorso da ricami d'oro.
La critica ha avanzato varie ipotesi sulla collocazione originaria della Croce; sappiamo che nel 1864 si trovava appesa nella parte alta della parete absidale della cappella, sopra la tomba di Enrico Scrovegni. Ma è presumibile pensare che il grave deterioramento del retro sia stato causato dal contatto diretto con un muro particolarmente umido. In origine doveva trovarsi in un punto che ne consentisse la visione da entrambi i lati e, data la conformazione rettilinea della base, doveva essere esposta in verticale e non inclinata.
Grazie a dati recenti si può avvalorare l'ipotesi che la Croce fosse posizionata su una trave lignea posta in mezzo all'arco dell'abside, all'altezza della fascia con motivi decorativi che corre al di sotto dei coretti dipinti.
Coerentemente anche alla disposizione degli episodi affrescati, essa quindi era parte dell'intero ciclo narrativo, trovandosi presumibilmente collocata all'altezza del più basso dei tre registri, quello che narra le vicende legate alla passione, morte e resurrezione di Cristo.