Le teorie dello sviluppo sostenibile
Il concetto di sviluppo sostenibile è basato sul contenimento della crescita demografica, sulla sconfitta della povertà, sul recupero delle diseguaglianze nella ricchezza, sulla riduzione dei flussi materiali nell'agricoltura e nell'industria, sul ripristino della qualità dell'aria, dell'acqua e del suolo, sul cambiamento del modello di produzione che produce rifiuti ed inquina, sul cambiamento delle abitudini dei consumatori, sulla valorizzazione delle diversità biologiche e culturali.
Le più conosciute DEFINIZIONI di sviluppo sostenibile:
- "mantenimento dei processi ecologici essenziali per la produzione di alimenti, salvaguardia della diversità genetica nel mondo animale e vegetale, sviluppo degli ecosistemi" (World conservation strategy-1980);
- "sviluppo che risponda alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze" (WCED-1987);
- "miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi alla base" (UNEP-1992);
- "sviluppo che offra servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità del sistema naturale, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi" (ICLEI 1994).
Tra queste definizioni la più nota è quella definita nel 1987 dalla WCED. La prima parte della definizione (la soddisfazione dei bisogni della generazione attuale) include, in modo indissociabile, tanto esigenze di sviluppo economico (la produzione e la distribuzione di ricchezze, le opportunità di lavoro) quanto esigenze di ordine sociale, culturale, politico (da quelle relative all'abitazione e ai servizi, sino a quelle riguardanti l'istruzione e la partecipazione democratica).
Al tempo stesso, la seconda parte (la garanzia della possibilità di soddisfare i bisogni di generazioni future") comporta l'avvio di interventi per la riduzione del consumo di risorse non riproducibili, e per la loro sostituzione con risorse riproducibili, come pure il controllo dell'inquinamento.
Ne deriva che lo sviluppo sostenibile non è semplicemente protezione ambientale, è un modo nuovo di pensare la vita e la politica, è un tipo di crescita economica durevole in armonia con la natura, è la ripresa dei concetti di giustizia, opportunità ed eguaglianza tra gli uomini.
- dimensione ecologica: riproducibilità delle risorse;
- dimensione economica: efficienza, crescita;
- dimensione sociale: equità.
L'ecologia ha come paradigma principale la stabilità (la garanzia della conservazione della sopravvivenza degli ecosistemi).
L'economia ha come paradigma la crescita (la stagnazione e il sottosviluppo non sono considerati compatibili con la sopravvivenza dei sistemi economici e con il benessere degli uomini).
Le scienze sociali hanno come paradigma l'uguaglianza (combattere contro le iniquità e i conflitti causati dai privilegi e dai differenziali tra sessi, età, gruppi, razze e paesi).
In definitiva, ognuno degli elementi del concetto di sviluppo sostenibile (attenzione per i bisogni presenti e attenzione per le future generazioni) può essere visto dai diversi tre aspetti: ambientali, sociali ed economici.
Significa conservare il capitale naturale.
E’ importante riconoscere che l’ambiente pone limiti ad alcune attività umane, cioè che in alcuni casi non è possibile "barattare" risorse ambientali o danni arrecati all’ambiente in cambio di altri vantaggi o benefici potenziali.
E’ di importanza fondamentale per il benessere umano che l’ambiente continui a fornire risorse, ad assorbire rifiuti e a provvedere alle funzioni di base di "supporto della vita", quali il mantenimento della temperatura e la protezione contro le radiazioni. Nessuna combinazione di benefici può compensare la perdita di un’aria sufficientemente pulita da respirare, di abbastanza acqua da bere, di suoli e climi che ci consentano di provvedere al nostro fabbisogno alimentare.
E' quello che mantiene la coesione di una società e la sua capacità di sostenere i suoi membri nel collaborare insieme per raggiungere obiettivi comuni, parallelamente al soddisfacimento dei bisogni individuali di salute e benessere, di un’adeguata nutrizione e riparo, di espressione e identità culturale e di impegno politico.
E' inteso come sviluppo per il quale il progresso verso la sostenibilità sociale e ambientale si realizza attraverso risorse economiche disponibili.
- Il principio di Equità : assicura la giusta ripartizione degli oneri e dei benefici di ogni politica ed in ogni settore nel tempo e nello spazio.
L'ambiente appartiene a tutti e tutti devono poter godere equamente delle sue risorse per una migliore qualità della vita. I problemi ambientali affliggono soprattutto i poveri, che sono meno in grado di affrontarli. Il benessere consente alle persone di consumare più beni, viaggiare di più, vivere in abitazioni più grandi,…con un conseguente maggiore consumo di energia e risorse naturali e un aumento della produzione di rifiuti; i ricchi inoltre possono permettersi di ignorare le implicazioni ambientali delle loro azioni oppure mettersi al riparo dalle loro conseguenze.
L'ingiusta distribuzione della ricchezza è quindi causa di comportamenti non sostenibili e rende più difficile il cambiamento. - Il principio Precauzionale: significa che le attività umane non devono oltrepassare i limiti imposti dall'ambiente naturale.
Occorrono quindi processi politici volti a gestire - cioè ridurre e riorientare - le esigenze, piuttosto che a soddisfarle, oppure a ricercare un compromesso ottimale tra esigenze opposto. Nell'ambito di uno sviluppo sostenibile, le aspirazioni delle società umane di evolversi, progredire e migliorare le condizioni di vita e il benessere devono essere conciliate con questi principi. - Il principio di Sussidiarietà : garantisce la cooperazione di tutte le autorità e delle strutture di governo in favore della sopravvivenza sociale ed ecologica e della difesa dei diritti umani e della salute. Esso impegna gli Stati a cooperare nella promozione dello sviluppo sostenibile, nell'interesse dei singoli Stati e dell'intera comunità internazionale, secondo l'approccio della "responsabilità" comune ma differenziata.
Questi principi comportano conseguenze significative per il nostro modello di sviluppo:
- per conciliare lo sviluppo con i limiti dell'ambiente dobbiamo scegliere determinati modelli di sviluppo a scapito di altri;
- "efficienza" non significa solo ottimizzare la produzione economica di ciascun essere umano;
- il vantaggio umano non è necessariamente identico al profitto in termini di economia neoclassica;
- la quantità di beni va sostituita con la qualità della vita;
- la sostenibilità ambientale è strettamente legata all'equità sociale.
Le caratteristiche fondamentali dello "sviluppo sostenibile" sono:
- responsabilità: ogni modello di sviluppo è frutto di una scelta fra diverse opzioni di cui siamo responsabili nei confronti della nostra e delle future generazioni;
- limiti: le risorse naturali non sono illimitate. Esistono equilibri che possono essere irrimediabilmente alterati da modelli inadeguati di produzione e di consumo e da una scorretta politica ambientale;
- Complessità: ogni scelta deve essere operata tenendo conto dei suoi effetti in una complessità di ambiti tra loro interrelati.
In base a queste considerazioni, per realizzare uno sviluppo sostenibile occorre definire indici di sviluppo direttamente correlati alle aspirazioni e alle esigenze umane e alle capacità dell'ambiente, e in un secondo tempo progettare gli strumenti politici per intervenire oculatamente.