Comunicato stampa: progetto Social Welfare District. Firmati i primi protocolli operativi
E’ stato presentato questa mattina il progetto Social Welfare Distrct che, con la firma da parte dei soggetti aderenti, entra da oggi nella fase operativa.
Il progetto Social Welfare District è nato nel 2019 all'interno del percorso di preparazione di Padova Capitale europea del volontariato, su proposta del Centro Servizio Volontariato e di Human Foundation. Si basa su un'intuizione tanto semplice quanto complessa da realizzare: solo mettendo insieme le letture delle fragilità, così come le risorse e le competenze, la comunità può rispondere in maniera efficace ai nuovi bisogni anche in ottica di prevenzione. Il periodo del Covid ci ha dato poi ampia dimostrazione di quanto questo sia fondamentale.
Dopo quest'anno di lavoro, inizia a prendere forma una modalità di condivisione e sinergia che incentiva sempre di più la collaborazione tra il Comune di Padova e gli altri attori del territorio, e che si traduce in una piattaforma informatica in grado di restituire letture integrate delle dinamiche sociali. La piattaforma sviluppata permette la connessione tra diverse banche dati, sia interne al Comune che di Enti del territorio che a vario titolo si occupano di sociale. In questo modo i Servizi Sociali hanno accesso ad informazioni più complete sui bisogni sociali del territorio e possono orientare più velocemente ed efficacemente gli utenti ai servizi, propri e del privato sociale.
Inoltre, la piattaforma permette di estrarre delle letture molto più complete delle dinamiche dei bisogni, restituendo dati aggregati e anonimizzati che diventano patrimonio condiviso per avviare co-progettazioni e dare risposte innovative ai bisogni emergenti. Il Comune e gli altri partner hanno così accesso ad analisi molto più approfondite rispetto alle priorità a cui cercare di dare risposta insieme, e allo stesso tempo poter orientare le persone e i propri utenti verso un'offerta molto più ampia di servizi, da quelli pubblici a quelli del privato sociale. Si crea così un grande contenitore di informazioni utili, una vetrina per conoscere in modo più veloce quali risorse sono presenti, in un'ottica di alleanza tra PA e Terzo Settore.
Ciò da oggi è reso possibile dalla sottoscrizione dei primi protocolli di collaborazione tra il Comune e, oltre al Csv, l'Azienda Ulss6, la Camera di Commercio, i sindacati Cgil Cisl e Uil, la Caritas Diocesana e le Acli ma si lavora già per allargare la partecipazione a quanti più soggetti possibile.
Il progetto è finanziato attraverso il Fondo Innovazione Sociale, creato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per avviare progetti ad alto impatto sociale e sviluppare anche in Italia la logica del "Payment by result", ovvero una forma evoluta di co-progettazione tra P.A., Ets ed enti finanziatori (istituti di credito e enti filantropici) che premiano il raggiungimento di risultati misurabili. Padova è tra i 21 comuni selezionati nel 2019 e tra i 18 ammessi alla seconda annualità nel 2023.
L’assessora al sociale Margherita Colonnello commenta: “Padova nel 2020, l’anno del Covid, era Capitale Europea del Volontariato, ma la pandemia non ha bloccato la voglia di fare e di sperimentare nuove modalità di solidarietà. Grazie al finanziamento messo a disposizione dal Consiglio dei Ministri, come Comune di Padova e insieme al partner di progetto CSV abbiamo deciso di provare a valorizzare l’esperienza di collaborazione tra i vari soggetti istituzionale e del volontariato nata nei mesi della pandemia, provando a “ingegnerizzare” i rapporti tra il pubblico e terzo settore, in particolare volontariato, nella presa in carico della popolazione. Naturalmente il servizio pubblico ed in particolare i servizi sociali intercettano già una larga fetta di popolazione, ma grazie a una collaborazione con il terzo settore e gli altri enti pubblici, possiamo più agevolmente conoscere e intercettare le fragilità che stanno anche in altre fasce della popolazione. In sintesi questo Social Welfare District è un sistema informatico di scambio dati, dove proviamo sia a conoscere meglio la popolazione sulla base dello scambio dati che avviene tra il Comune e i soggetti firmatari di questo protocollo, che ringrazio per l’impegno messo in questo progetto, sia a valorizzare la presa in carico della popolazione attuata non solo dall’ ente pubblico ma anche dal terzo settore, in una visione sempre più organica di sociale. Oggi attraverso la firma di questo protocollo sanciamo concretamente un’alleanza, che poi andrà a svilupparsi nella pratica, caso per caso, a seconda delle esigenze sociali che individueremo”.
L’assessora all’innovazione e alla smart City Margherita Cera spiega: “Quando parliamo di innovazione e soft city immaginiamo sempre temi come energia, mobilità, startup e tecnologie del futuro, in realtà la vera sfida della smart city è proprio il sociale. Il Social Welfare District è un progetto importante dello sviluppo delle politiche di innovazione della città e soprattutto della costruzione di una smart city che realmente metta al centro la persona e i cittadini. Il progetto parte da un bisogno che abbiamo riscontrato, e che è il basso livello di data governance legato ai servizi sociali. In altre parole, i dati disponibili nell’ambito del settore sociale, dati legati ai bisogni dei cittadini ai tipi di servizi erogati, alla loro quantità, come questi possono essere integrati, erano incompleti, mancanti, incongruenti. Questo portava in qualche modo a un deficit decisionale. Questo strumento si inserisce in qualche modo in questa carenza e ha lo scopo di mappare quello che è il benessere del nostro territorio e i servizi che possono essere offerti a livello pubblico e privato per cercare di renderli, in qualche modo interoperabili. Da ultimo sottolineo l’importanza del fare rete, coinvolgere più soggetti, per raccogliere dati che possano essere scambiati al fine di migliorare il benessere dei cittadini che è poi l’obiettivo anche della Smart City Europea”.
Il presidente del Csv Luca Marcon sottolinea: “Questa idea di mettere insieme un incrocio di banche dati già esistenti permette di anticipare quelle che sono le criticità sociali, questa è una scommessa di un progetto pilota che poi potrà essere esportato in altre citta. Ci permette di intervenire in situazioni di criticità sociale prima che esplodano in modo drammatico. Possiamo andare a cogliere sul nascere le problematiche. E’ una sfida non facile, ma noi ci siamo, rappresentiamo il mondo dell’associazionismo che per una gran parte si occupa di problematiche sociali e ci facciamo interpreti della volontà di estendere la collaborazione ad altri enti e ad altre banche dati”.