Alberto Vasio
Alberto Vasio nacque ad Accadia, al tempo in provincia di Avellino, ora di Foggia, il 7 settembre 1892, da Carlo e da Emilia Mele.
Conclusi gli studi liceali, nel 1911 si arruolò allievo Carabiniere presso la legione Allievi.
L’anno dopo fu destinato come Carabiniere alla Legione di Roma. Il 26 dicembre 1915 fu inviato in territorio dichiarato in stato di guerra presso la 37a Sezione Carabinieri Reali. Il Brigadiere Vasio ricevette un encomio solenne e fu insignito della croce al merito di guerra.
A fine maggio 1917 frequentò a Roma la Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri Reali e conseguì la promozione a Sottotenente.
Dopo la rotta di Caporetto fu inviato, il 28 novembre 1917, presso la 1a Legione provvisoria autonoma mobilitata Carabinieri Reali. Promosso al grado di Tenente nel gennaio del 1919, fu destinato alla Legione Verona e l’anno dopo alla Legione Bologna, dove svolse le funzioni di comandante della Tenenza di San Pietro in Vincoli.
In questo arco di tempo ricoprì anche l’incarico di Comandante del distaccamento dei Carabinieri Reali presso la Repubblica di San Marino: per la sua attività fu decorato con la croce di cavaliere dell’ordine equestre di San Marino e con quella di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nell’ottobre del 1922 fu trasferito alla Tenenza Vomero nell’ambito della Legione Napoli. Per un infortunio che lo mutilò della mano destra dovette lasciare il servizio dal 1° giugno 1925.
Fu promosso al grado di Capitano nella riserva con anzianità a decorrere dal 1° gennaio 1930.
Dopo l’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, Alberto Vasio presentò domanda per rientrare in servizio e il Comando Generale lo destinò presso la Legione Carabinieri Reali di Padova.
Il 16 luglio 1941 fu promosso Maggiore. Comandante della compagnia di Padova, dopo un breve periodo al Gruppo CC.RR. di Udine, nel luglio del 1942 assunse a Padova il Comando della Sottozona militare. Dopo l’8 settembre 1943 la sottozona militare di Padova venne meno e il maggiore Vasio passò a disposizione della Legione Padova.
Nel novembre dello stesso anno fu posto alle dipendenze della Prefettura di Padova con l’incarico di riorganizzare i servizi di vigilanza e protezione impianti e comunicazioni.
In questo ruolo il maggiore Vasio sabotò sistematicamente gli ordini che riceveva dai comandi tedeschi e dai capi delle province, tanto che il comando tedesco, che da tempo aveva sospetti sul suo comportamento, ottenne la sua sostituzione nell’agosto del 1944. In tale periodo Vasio favorì la lotta clandestina, cooperando con l’ing. Otello Pighin, nome di battaglia Renato, del C.L.N. di Padova e assistendo i perseguitati dai nazifascisti.
Particolarmente attivi nel sostenere la Resistenza a Padova furono in questo oscuro periodo molti militari dell’Arma dei Carabinieri: i Capitani Renato Ferraro e Alberto Ricci, i Marescialli Gavino Fiori ed Emilio Martinelli, il Brigadiere Orazio Cestaro, il Vicebrigadiere Lidio Chemelli, gli Appuntati Pietro Muriana e Biagio Tornambé, i Carabinieri Giuseppe Aprile, Luigi Apuzzi ed Eugenio Greco.
Va ricordato anche il Tenente Giovanni Satta della Guardia di Finanza. Grazie al decisivo aiuto del Maggiore Alberto Vasio poté trovare salvezza la famiglia del dr. Renato Parenzo, perseguitata per la sua origine ebraica, che poté lasciare Padova e trasferirsi in Val Rovina, vicino a Bassano.
La figlia dei sopravvissuti, Sara Parenzo, nel suo libro, Il posto delle capre, (Cierre Edizioni 2012), ricorda come i suoi genitori e il fratellino Robi furono salvati all’inizio di ottobre 1943 grazie all’aiuto «di un grande eroe sconosciuto, il Maggiore dei Carabinieri Alberto Vasio» (p. 51). Tale circostanza è confermata da un documento ufficiale, il Promemoria dell’attività svolta durante il periodo cospirativo dal Maggiore dei CC.RR. Vasio Alberto a favore del movimento insurrezionale, dove si scrive testualmente: «Allo stesso tempo il Maggiore Vasio, a mezzo dell’ing. Pighin, approfittò dell’organizzazione dei patrioti per mettere al sicuro da ricerche la famiglia dell’ebreo Dott. Parenzo Renato, che da Padova poté trasferirsi in Val Rovina (Bassano)».
Tra le altre azioni compiute dal Maggiore Alberto Vasio c’è il soccorso prestato al patriota veneziano Attilio Casilli, ricercato dalla polizia, che nascose in casa sua procurandogli documenti falsi.
Posto in congedo, Alberto Vasio attese la fine delle ostilità.
Si presentò, in territorio liberato, presso il Centro Raccolta Carabinieri Reali di Padova il 12 maggio 1945, per essere infine ricollocato in congedo il 15 successivo.
Si è spento a Roma nel 1971.
Dal 2012 Alberto Vasio è ricordato nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.