Elsa e Gino Bellio, Giuditta Drigo
Biografia
La famiglia Bellio-Drigo, composta dalla madre Giuditta Drigo e dalla figlia Elsa Poianella, coniugata con Gino Bellio, è una famiglia di proprietari terrieri del Veneto orientale. Poco dopo l’8 settembre 1943 i tre ospitarono nel loro palazzo di Borgo San Giovanni a Portogruaro, quando già la barchessa era stata requisita dalle truppe tedesche, l’intera famiglia Falk, il cui capofamiglia, Giacomo, era primario del reparto di medicina dell’ospedale di Fiume.
Ebreo di origini ungheresi, il dr. Falk era fuggito dall’Istria per evitare la deportazione nei lager nazisti. Con sé aveva portato tutta la famiglia: la moglie Gisella e i due giovani figli, Renata e Federico. Come meta avevano un’azienda agricola del portogruarese, ma la massiccia presenza di truppe tedesche nella zona non permise loro di raggiungere questo nascondiglio.
Trovarono però una sistemazione provvisoria presso l’albergo Pilsen, ma quando il locale venne requisito dalle milizie repubblichine, i Falk furono costretti a cercare un’alternativa. Chiesero quindi aiuto al proprietario dell’albergo e questi, che conosceva la famiglia Bellio, proprietaria di una grande casa non lontana, fissò quello stesso pomeriggio un incontro, al termine del quale Giuditta ed Elsa invitarono la famiglia Falk a prendere le valigie e a trasferirsi nella loro casa.
Tra i soldati repubblichini arrivati in quei giorni a Portogruaro c’era un certo Salvi che conosceva il dr. Falk per averlo incontrato in alcune occasioni a Fiume. Da quel momento Salvi continuò a fare pressione sulla polizia di Portogruaro perché individuasse il nascondiglio dei Falk e li arrestassero. La polizia si presentò più volte in casa Bellio, ma i Falk erano accuratamente nascosti in una stanza segreta, dove già aveva trovato rifugio Luigi, figlio di Giuditta Drigo, che era da poco sbandato con l’esercito rientrato dalla Jugoslavia.
La famiglia Drigo-Bellio firmò dichiarazioni alla polizia e alla Gestapo, che era venuta a perquisire la loro abitazione, che i Falk erano sì stati lì per alcuni giorni, ma che se n’erano andati molto tempo prima, mentre in realtà erano blindati in un sottoscala del palazzo, senza mai uscire. La famiglia Drigo-Bellio procurava loro cibo, li sosteneva e incoraggiava. Tutto ciò era molto pericoloso perché nella stessa barchessa e nei granai erano acquartierati soldati tedeschi e fascisti della Repubblica di Salò. L’allora vescovo di Portogruaro, mons. D’Alessi, aveva offerto alla signora Drigo la possibilità di procurare dei documenti falsi, ma il dr. Falk rifiutò: non aveva mai mentito in vita sua e non aveva alcuna intenzione di mostrare un documento falso dal momento che né lui né la sua famiglia avevano fatto qualcosa di male.
A un certo punto, per maggiore sicurezza, la famiglia Falk fu trasferita in una proprietà agricola limitrofa alle valli, vicino a Caorle. Durante una visita fatta per portare loro viveri e vestiario, la signora Elsa Bellio, che allora aveva 27 anni, si rese conto che quel casone di valle senza luce, né acqua, né riscaldamento, e per di più col tetto sfondato, non era idoneo date le rigide temperature. Tornata a casa, disse alla madre: «Se c’è un Dio è sia per noi che per loro. Là, così, non possono vivere, succeda quel che deve succedere». Il giorno dopo, con molte cautele, dei contadini venuti per alcuni lavori, riportarono la famiglia Falk in casa Bellio dove rimase nascosta fino all’arrivo delle forze alleate nel 1945. Alla fine della guerra, le due famiglie erano così affiatate che vissero insieme per altri 30 anni come un’unica famiglia. Elsa Poianella Bellio si è spenta nel 2017 all’età di cento anni.
Nel 1998 Elsa Poianella Bellio, Gino Bellio e Giuditta Drigo sono stati riconosciuti Giusti da Yad Vashem. Il 24 gennaio 2008 Elsa Poianella Bellio ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano con la seguente motivazione: «Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, con eroico coraggio ed encomiabile abnegazione, ospitava nella propria casa una famiglia ebrea, in fuga dall’Istria ove infuriavano le persecuzioni razziali della Gestapo. Mirabile esempio di virtù civili e di rigore morale fondato sui più alti sentimenti di solidarietà e fratellanza umana. 1944, Portogruaro (VE).»
Nel 2010 Giuditta Drigo ed Elsa e Gino Bellio sono stati inseriti nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.