Fethiye Çetin
Fethiye Çetin è nata nel 1950 a Ergani Maden, capoluogo della provincia di Elazig, nella Turchia orientale.
Rimasta orfana di padre in tenera età, fu spesso affidata alle cure della nonna materna Seher, con cui era molto in sintonia e di cui divenne la nipote prediletta. Conseguito il diploma alle scuole magistrali, iniziò a lavorare giovanissima. Più tardi si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza. Le sue idee politiche progressiste e l’impegno attivo nel campo dei diritti umani e della tutela delle minoranze etniche la resero invisa alla dittatura imposta in Turchia dal generale Kenan Evren dopo il colpo di stato del 12 settembre 1980. Fethiye fu rinchiusa per tre anni nella prigione di Ankara.
Uscita dal carcere, per nulla piegata dall’ingiustizia subita, divenne membro del Comitato esecutivo per la tutela dei diritti dell’uomo. Come avvocato, assunse la difesa del giornalista armeno-turco Hrant Dink, che fu assassinato il 19 gennaio 2007, a Istanbul, da un giovane estremista, e che nel 2010 è stato riconosciuto a Padova come Giusto per il genocidio armeno.
Il coraggioso impegno civile di Fethiye Çetin ha trovato negli ultimi anni un ulteriore fronte su cui concentrarsi. Ha scoperto infatti, che la sua amata nonna Seher in realtà si chiamava Heranush, che non era turca bensì armena e che era sopravvissuta al genocidio del 1915. Si trattava cioè, di una delle tante bambine che furono adottate, vendute o rapite – a seconda del destino – per divenire figlie, piccole mogli, concubine o serve in famiglie turche. Queste giovani inoltre, erano state costrette ad assumere un altro nome e una nuova identità, con il forzato oblio della lingua materna e la conversione all’islam. Fu proprio la nonna a svelare alla nipote, prima di morire, questo segreto celato tanto a lungo. Dopo lo stordimento inziale, Fethiye ha iniziato a cercare non solo i suoi parenti armeni che appartengono alla diaspora statunitense, ma anche altre nonne armene nascoste. Scoprì così che in Turchia queste sono molto più numerose di quanto i turchi, e probabilmente molti armeni, avessero mai pensato.
Tutto ciò è confluito nel suo libro rivelazione Heranush – mia nonna (Alet, Padova, 2007), che ha visto più edizioni ed è stato tradotto in diverse lingue. Dopo l’ampio successo del suo primo libro, in Turchia ne è già stato pubblicato un secondo, frutto di questa ricerca che si sta inesorabilmente allargando e che, esponendo Fethiye Çetin a concreti rischi per la sua persona e la sua libertà, mira a restituire la verità dei tragici eventi del 1915 e a far riemergere quel perduto mosaico multietnico e multiculturale dell’Anatolia di allora.
Nel 2011 Fethiye Çetin è stata inserita nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.