Tito Livio
Scarse le notizie sulla vita del grande storico ed autore latino Tito Livio, di cui non si conosce il cognome.
Si ritiene sia nato a Teolo il 59 a.C.
Pur provenendo da nobile famiglia, lo storico non partecipò alla vita pubblica.
Venne inizialmente accusato di patavinitas ovvero di provincialismo dai suoi detrattori, ma si impose ben presto come uno dei più grandi storici del suo tempo.
Quando all'età di 24 anni si trasferì a Roma, si guadagnò infatti notevole prestigio e divenne amico dell'imperatore Augusto, che pare gli affidò l'educazione culturale del nipote adottivo Claudio di cui intese ed assecondò la propensione alla storiografia. Ebbe una figlia ed un figlio, Tito, divenuto poi famoso geografo.
I suoi interessi si rivolsero dapprima alla filosofia, ma presto si concentrarono interamente sulla redazione della monumentale storia di Roma, Ab Urbe Condita, per celebrare Roma dalla sua fondazione (tradizionalmente datata 21 aprile 753 a.C.) fino al regno dell'imperatore Augusto.
Le sue opere, ancor oggi studiate e commentate, sono diventate dei classici.
Di idee conservatrici, improntò la sua vita e la sua opera ad equilibrio morale e religioso e spirito patriottico.
Il suo essere un convinto pompeiano, e quindi critico nei confronti di Cesare, non gli impedì di comprendere lo spirito nuovo dei tempi, di ammirare l'opera riformatrice imperiale e di celebrare la pace augustea e la figura stessa dell'imperatore.
Morì a Padova nel 17 d.C.
La sua lapide funeraria con un'epigrafe incisa su un grosso blocco di ruvida trachite euganea è conservata nell'atrio del Palazzo Capodilista, in via Umberto I.