Comunicato stampa: "Finchè morte non ci separi", l’Antologia di Spoon River nei cimiteri cittadini
Tre giornate per conoscere i cimiteri cittadini con uno sguardo nuovo, accompagnati da poesie e musica. Dal 23 novembre per tre venerdì alcuni cimiteri cittadini ospiteranno l’iniziativa "Finchè morte non ci separi: letture e poesie tratte dall’Antologia di Spoon River" organizzata dall’associazione BelTeatro in collaborazione con l’Assessorato ai servizi demografici e cimiteriali.
«I cimiteri sono luoghi della memoria personale, ma anche comunitaria, luoghi di affetti ed incontri profondi - sottolinea l’assessora Francesca Benciolini - In quest'anno le molte persone incontrate nei nostri 16 cimiteri mi hanno trasmesso questo senso di grande rispetto e attenzione che, come amministratrice, sto cercando di restituire come cura dei nostri campisanti. Con questa iniziativa aspettiamo tutti per fare comunità nella memoria di chi non è più tra noi eppure sentiamo vicino e presente».
Venerdì 23 novembre a Camin, venerdì 28 novembre a Voltabarozzo (cimitero vecchio di via Vecchia) e venerdì 6 dicembre ad Altichiero, sempre dalle ore 10:00 del mattino, la voce recitante di Bruno Lovadina, ideatore dell’iniziativa, e la chitarra classica e barocca di Carlo Di Turi accompagneranno i partecipanti in un breve itinerario nei cimiteri tra poesie e brevi canzoni.
«Mi piace visitare i cimiteri, perché mi piace condividere con persone che non conosco uno stato d’animo – spiega Bruno Lovadina – Sono luoghi frequentati da una umanità che si reca per onorare persone che hanno amato, luoghi di forte impatto emotivo che trasmettono un grande senso di pace. Molto spesso, la visita viene condivisa con persone a noi care, creando con loro momenti di condivisione intimi ed indimenticabili. Ho pensato a questo spettacolo, come una passeggiata, accompagnato da amici visibili ed invisibili, e di rappresentarlo in cimiteri, che si caratterizzano per la sobrietà, luoghi dove non si ostenta il potere. "Finché morte non vi separi", era una formula rituale usata dal prete davanti agli sposi al momento del matrimonio. Ho scelto questo titolo perché desidero rinnovare questo impegno nella comunità dove vivo e per frequentare, facendola diventare mia amica, sorella morte».