Comunicato stampa: discorso del Sindaco alla Festa della Repubblica
"Porgo il mio benvenuto alle autorità civili militari e religiose presenti, alle associazioni combattentistiche e d’arma, a tutti i cittadini padovani presenti questa mattina per rinnovare la celebrazione di una data che è uno spartiacque nella storia del nostro Paese. Sono passati 73 anni dal 2 giugno del 1946, ma i valori sui quali è stata fondata la nostra Repubblica e che ci hanno assicurato oltre 70 anni di pace sono assolutamente immutati.
Il mondo oggi cambia ad una velocità impensabile nel passato, ma i valori scritti nella nostra Costituzione ed in particolare quelli richiamati dall’articolo 3 che afferma “la pari dignità sociale e di eguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche di condizioni personali e sociali” sono un punto fermo al quale dobbiamo fare riferimento quando immaginiamo e costruiamo il futuro del nostro Paese.
Viviamo un periodo di tensioni ed incertezze ed è compito di tutti noi lavorare per superare contrapposizioni e ostilità che rendono più difficile affrontare le sfide con cui ci confrontiamo. Crescita e benessere economico, del resto, sono da sempre il frutto di un clima di collaborazione e comprensione, di superamento delle barriere e di mediazione fra i differenti legittimi interessi.. Vale a livello locale, come a livello nazionale ed internazionale.
La richiesta di maggiore autonomia che le Regioni hanno avanzato, va nella direzione di una più efficace attività dell’azione pubblica a favore dei cittadini e non è certamente da intendere come rifiuto dei principi di solidarietà e sussidiarietà che sono un cardine della nostra unità nazionale. Allo stesso modo la nostra partecipazione all’Unione Europea, della quale siamo stati tra i fondatori e che ci ha assicurato decenni di pace e sviluppo, non può essere messa in discussione immaginando di alzare anacronistiche barriere tra il nostro e gli altri Paesi.
Solo da pochi giorni abbiamo eletto i nostri rappresentanti al Parlamento Europeo e io mi auguro che tutti lavorino a sostegno dell’Italia in un clima di dialogo e confronto, piuttosto che di contrapposizione e polemica. Lo dico sinceramente, tutti abbiamo il dovere, a partire da chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni, di agire per il bene comune evitando particolarismi e interessi di parte.
I momenti di difficoltà sono quelli in cui dobbiamo fare appello all’unità, ritrovando il senso di appartenenza ad una comunità, il senso della nostra identità di nazione, come fecero i nostri Padri Costituenti 73 anni fa. Anche quest’anno, prima della fine di questa celebrazione, con il Prefetto consegneremo la Costituzione ad alcuni ragazzi delle nostre scuole. Idealmente però la doneremo a tutti, perché possano riflettere sui valori di libertà, democrazia e uguaglianza che ci ha garantito fino ad oggi.Altrettanto significativa è la consegna della nostra Costituzione ai richiedenti protezione internazionale che hanno voluto partecipare al progetto di pubblica utilità “Volontari per Padova”. Ci fa un grandissimo piacere che abbiano volontariamente partecipato a questo progetto, un segnale concreto della voglia di inserirsi a pieno titolo nella nostra comunità. La conoscenza e la condivisione dei principi fondanti della nostra Repubblica è un momento importante per diventare a tutti gli effetti nostri concittadini, cosa che auguriamo loro possa avvenire in tempi brevi.
Permettetemi infine di aggiungere un pensiero in ricordo della Guardia Giurata Erminio Vittorio Carloni, medaglia d’oro al merito civile alla memoria, che sua eccellenza il Prefetto consegnerà al Comune di Padova. Erminio Vittorio Carloni è un eroe quasi dimenticato, una delle tante, troppe, vittime degli anni del terrorismo che hanno insanguinato il nostro paese. Non esitò, nel 1982 a Milano, a sacrificare la propria vita per sventare una rapina di autofinanziamento di un gruppo terrorista. Era nato a Padova, ma da piccolissimo aveva perso sia il papà che la mamma ed era cresciuto con alcuni parenti prima in Belgio poi in Argentina. Diventato uomo, la nostalgia dell’Italia lo fece rientrare. Senza famiglia e senza parenti, il suo sacrificio rischiava di essere dimenticato nel tempo. Sono molto contento che questa medaglia d’oro ci permetta di ricordarlo oggi e in futuro. Un doveroso omaggio da parte dello Stato a un cittadino che ha difeso, a costo della vita, la nostra democrazia che la ricorrenza del 2 giugno rende ancora più significativo e simbolico".
Sergio Giordani