Comunicato stampa: mostra "Ritratti antichi, ma contemporanei. Francesco Apollodoro Leandro Bassano" a Palazzo Zuckermann
Inaugurata, con la partecipazione dell’assessore alla cultura Andrea Colasio, la direttrice dei Musei Civici Francesca Veronese e le curatrici della mostra Elisabetta Gastaldi e Monica Castellarin, la mostra “Ritratti antichi, ma contemporanei. Francesco Apollodoro Leandro Bassano” è allestita a Palazzo Zuckermann, dal 5 aprile al 28 maggio.
La mostra verte su un genere pittorico, quello del ritratto, che nei secoli non ha mai conosciuto crisi, in quanto memoria e racconto delle vicende umane, concentrandosi sul ritratto al naturale sviluppatosi nell'ultimo quarto del Cinquecento.
A Padova, principale sede universitaria della Serenissima e fucina del genere ritrattistico, la committenza era costituita in gran parte da professori dello Studio e notabili per i quali la riconoscibilità dei volti rappresentava una qualità imprescindibile. Solo se somigliante, il ritratto poteva trasmettere l’immagine del personaggio illustre ai posteri e concorrere utilmente a eleggerlo a esempio di virtù. Non stupisce dunque che proprio nella città antoniana abbia lavorato Francesco Apollodoro (Venezia?, 1531 – Padova, 1612), il pittore che meglio seppe rispondere a queste esigenze. Suo diretto concorrente, a Venezia, fu il più giovane Leandro Bassano (Bassano, 1557 – Venezia, 1622), anch'egli tra i maggiori specialisti del genere a cavallo tra Cinque e Seicento.
Il percorso della mostra comprende una selezione di dipinti appartenenti alle raccolte del Museo d'Arte Medioevale e Moderna di Padova, nonché due ritratti inediti di Francesco Apollodoro della collezione Selvatico Estense di Imola. Un tempo conservati nel palazzo padovano Frigimelica Selvatico Estense, sono eccezionalmente tornati nella loro città d'origine per questa occasione. Completano l'esposizione alcuni libri illustrati con ritratti calcografici di personaggi di rilievo dell'epoca provenienti dalla Biblioteca Civica e dalla Biblioteca Universitaria di Padova.
Grazie alle tecnologie digitali, alcuni degli effigiati riacquistano una seconda vita nella contemporaneità, instaurando un contatto visivo con lo spettatore e talora rievocando il senso della loro esperienza padovana.
In mostra si può vedere anche il ripristino digitale di un'importante opera di Leandro Bassano andata distrutta durante la seconda guerra mondiale: il Ritratto di Leone Bonzio, già allo Staatliches Museum Schwerin (Germania). Il quadro fa parte di un ristretto nucleo di autografi esposti a Palazzo Zuckermann quale piccolo omaggio all'artista bassanese all'indomani dei quattrocento anni dalla sua morte.