Comunicato stampa: discorso del sindaco Sergio Giordani in occasione del 22° anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle
"Porgo il mio saluto a Robert Needham, console generale degli Stati Uniti d'America presso il Consolato Generale di Milano, all’assessore regionale Roberto Marcato e a tutte le autorità presenti.
Sono passati 22 anni da quella tragica mattina dell’11 settembre, che rimarrà indelebile nella storia degli Stati Uniti e del mondo intero.
Furono quattro, quel giorno, gli attacchi suicidi dei terroristi di Al Quaida contro obiettivi civili e militari, ma i due di New York alle Torri Gemelle e al World Trade Center sono stati senza dubbi i più drammatici e devastanti attentati avvenuti nell’età contemporanea.
I due aerei che furono fatti schiantare contro i grattacieli simbolo degli Stati Uniti provocarono il loro crollo e causarono la morte di circa 3.000 persone e il ferimento di oltre 6.000.
Tra loro moltissimi soccorritori ed in particolare Vigili del Fuoco che per questo sono tra i protagonisti di questa cerimonia. Dalle macerie del crollo provocato dall’impatto dei due aerei e dal successivo incendio furono estratte vive solo 23 persone, 15 delle quali erano soccorritori.
Il passare degli anni non attenua il dolore per le vittime di questo atroce atto di violenza e la solidarietà con gli Stati Uniti colpiti alle spalle con una azione che ricorda per la sua vigliaccheria quella di Pearl Habor la mattina del 7 dicembre 1941. E come in quell’occasione la reazione degli Stati Uniti è stata immediata e decisa.
Oggi la minaccia terroristica di Al Quaeda è ridimensionata ma non del tutto cancellata e il terrorismo internazionale continua ad essere una minaccia da non sottovalutare. Sono cambiate le modalità, ma l’idea di fondo di colpire l’Occidente visto come simbolo del male e responsabile delle disuguaglianze del mondo trova ancora fanatici disposti a metterla in atto.
Adesso la nostra attenzione è focalizzata sulla guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina, della quale purtroppo non si vede una fine imminente e dalle tensioni internazionali che mettono in discussione equilibri consolidati da decenni, ripercuotendosi poi in diverse aree del pianeta, come ad esempio in Africa.
Situazioni di instabilità e incertezza che non possiamo trascurare perché possono essere il terreno di coltura di nuovi fanatismi e creare territori dove gruppi terroristici possono ripararsi e organizzarsi agevolmente. Non è un caso che molte aree dell’Africa sub sahariana ospitino gruppi armati che si ispirano direttamente o indirettamente al terrorismo di matrice islamica. Abbiamo quindi necessità di un’azione internazionale che da una parte contrasti le attività criminali di questi gruppi, e che dall’altra sia in grado di intervenire a livello politico economico e sociale per disinnescare le situazioni che favoriscono il loro diffondersi e il proselitismo.
La sicurezza e la pace si costruiscono con un impegno e un’attenzione quotidiana e di lungo termine e questo vale anche per il contrasto al terrorismo.
Voglio concludere questo mio breve intervento, ritornando alla ragione per cui siamo qui oggi. L’omaggio e il ricordo delle vittime dell’11 settembre. Donne e uomini usciti di casa quella mattina per andare al lavoro, e travolti da un destino crudele ed imprevedibile. Niente potrà riportarli tra noi e lenire il dolore di familiari ed amici. Onorarli e ricordarli è non solo un nostro dovere ma anche un elemento importante per dare un senso alle azioni e alle scelte che ognuno di noi è chiamato a compiere per costruire una società ed un mondo migliore, dove violenza e terrore non trovino posto. E’ questo l’obiettivo che tutti ci dobbiamo porre oggi davanti a questo memoriale e in onore delle tante vittime innocenti di questo enorme atto di violenza inumana".
Sergio Giordani