Contenuto archiviato per fini storici di documentazione.
Comunicato stampa: commemorati i partigiani uccisi il 17 agosto ’44 da una feroce rappresaglia nazifascista
20/08/24
Tipo notizia
Comunicati stampa
Ultimo aggiornamento: 21/09/2024
Si sono svolte le cerimonie di commemorazione delle vittime della rappresaglia nazifascista del 17 agosto 1944. 80 anni fa, appunto il 17 agosto 1944, a Padova dieci partigiani furono uccisi per rappresaglia a seguito dell’assassinio del Ten. Col. dell’Esercito della Repubblica Sociale Italiana, Bartolomeo Fronteddu, che invece era stato ucciso, per motivi non politici, da criminali comuni. Saturno Bandini, Primo Barbiero, Antonio Franzolin, Pasquale Muollo, Cataldo Presicci, Ferruccio Spigolon, e Luigi Pierobon furono fucilati nella caserma di via Chiesanuova, oggi
intitolata a quest’ultimo. Flavio Busonera, Ettore Calderoni e Clemente Lampioni furono impiccati in via Santa Lucia
Le cerimonie si sono svolte alla Caserma Pierobon in via Chiesanuova, e in via Santa Lucia, nei luoghi dove i partigiani furono uccisi, e dove oggi due lapidi ricordano i tragici eventi.
Per il Comune di Padova ha preso la parola sia alla Caserma Pierobon che in via Santa Lucia l’assessora Cristina Piva che nel suo discorso ha ricordato le figure dei 10 partigiani ed ha sottolineato: "E’ nostro dovere ricordare questi fulgidi esempi, non dimenticare, perché il ricordo e la memoria ci rendono vigili, consapevoli delle minacce alla libertà ottenuta a così caro prezzo mentre l’oblio ci rende vulnerabili. E’ necessario trasmettere questi valori ai nostri figli, ai nostri giovani perché un popolo che non conosce la sua storia è destinato a perpetrare gli errori".
L’assessora ha anche annunciato che a brevissimo sarà finalmente possibile “correggere” la lapide posta subito dopo la guerra nella Caserma di via Chiesanuova come da tempo richiesto dai familiari dei partigiani caduti e dalla Associazioni Partigiane. “Ho il piacere di annunciare anche che il Comune di Padova ha chiesto l'autorizzazione all'Ufficio Storico dell'Esercito, per affiancare un testo integrativo alla lapide storica, non modificabile, per affermare che i nomi dei tre sicari non possono essere compresi nell'elenco dei Caduti per la Patria - ha anticipato l’assessora - un percorso che ha ricostruito la verità storica su questo drammatico momento della Lotta di Liberazione e che si sta per concludere, anche grazie ai contributi del 32° Reggimento Trasmissioni di Padova, dei familiari delle vittime, dell’Anpi comitato provinciale di Padova, dell’Anei federazione di Padova, del Tribunale militare di Padova, di privati cittadini e di altre Associazioni. Il testo integrativo è il frutto di una ricerca condotta dai professori Focardi e Santagata dell'Università degli Studi di Padova, con l'occasione vengono corrette alcune inesattezze sui nominativi”.
Alla caserma Pierobon hanno preso la parola anche il Comandante del 32° Reggimento Trasmissioni Colonnello Salvatore Coppola, che ha ricordato il significato storico e umano del sacrificio di questi 10 partigiani, e l’importanza della lotta di liberazione e la presidente dell’Associazione Nazionale Ex Internati di Padova Lucia Rampazzo che ha ripercorso il calvario dei militari italiani internati in Germania, per essersi rifiutati di servire la RSI e i nazisti dopo l’8 settembre.
Particolarmente significativi anche gli interventi di Lucia Pierobon, nipote di Luigi Pierobon e di Armando Franzolin, nipote di Antonio Franzolin, due dei partigiani fucilati quel giorno che hanno raccontato il ricordo che le famiglie ancora oggi custodiscono con particolare affetto e riconoscenza.
In via Santa Lucia, Floriana Rizzetto, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Comitato provinciale di Padova, dopo aver espresso soddisfazione per la conclusione del percorso di revisione e correzione della lapide posta alla Caserma Pierobon, ha inquadrato le figure dei partigiani trucidati, nel quadro della lotta di liberazione nel padovano e nel Veneto. Gli interventi, sono stati conclusi dal ricordo di Flavio Busonera, tracciato con forza ed emozione dal nipote, che porta con orgoglio il suo stesso nome.
Entrambe le cerimonie hanno visto la partecipazioni di alcuni sindaci ed autorità oltre ad un folto numero di cittadini nonostante la pioggia caduta lungo tutta la mattinata.