Ferdinando Gardellin
Ferdinando Gardellin nacque a Padova il 17 maggio 1910.
Assunto all’anagrafe di Padova come applicato di terza categoria il 5 marzo 1936, fu dapprima distaccato alla Prefettura di Padova e poi trasferito alla IV Divisione del Comune. Il 25 novembre 1943 fu arrestato con l’accusa di rilascio abusivo di carte di identità. Assolto per insufficienza di prove, il Comune di Padova lo licenziò ugualmente con decorrenza 25 novembre 1945, come testimoniato dalla delibera del Podestà di Padova n. 271 del 6 ottobre 1944, con la motivazione che «l’Amministrazione non ha ulteriore bisogno dell’opera del Gardellin».
Finita la guerra fu riassunto (delibera n. 21322 del 31 agosto 1945) e nel 1948 gli fu concessa la continuità del rapporto di lavoro fino dalla data di licenziamento in quanto gli era stata riconosciuta in quel periodo l’attività di Partigiano Combattente che, secondo la circolare del Comitato di Liberazione Nazionale Regionale Veneto del 2 agosto 1945, gli dava diritto per tutto il periodo al “trattamento economico come se fosse stato richiamato alle armi”.
Fu insignito della Croce del merito di guerra in data 16 settembre 1955 e collocato a riposo 20 dicembre 1973. La sua azione è ricordata anche in un documento del comitato “Italo-Jugoslavo per l’aiuto a Prigionieri Alleati“, che testimonia come Gardellin, allora tra i componenti del comitato, avesse collaborato attivamente, fornendo un numero considerevole di documenti e carte di identità che servirono a salvare prigionieri alleati, ebrei e sbandati.
Morì a Padova il 28 giugno 2003, lasciando la moglie Rosa Schiavon e i figli Mario e Lauretta.
Dopo esser stato inserito nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova nel 2013, il 5 febbraio del 2019 l’Amministrazione comunale di Padova ha deciso di dedicare alla sua memoria una piazza.