Comunicato stampa: i risultati delle indagini un anno dopo la riemersione del teatro romano in Prato della Valle
A un anno dall’operazione canaletta che, per il bimillenario della morte dello storico patavino Tito Livio, ha visto la riemersione dei resti del teatro romano dalle acque della canaletta dell’Isola Memmia, ecco un nuovo appuntamento per i cittadini.
Le analisi scientifiche realizzate sui campioni di materiali prelevati nel corso delle indagini archeologiche sono ormai terminate e i dati ottenuti permettono una lettura molto più puntuale non solo della struttura teatrale, ma dell’intera evoluzione urbanistica della città. Questi nuovi dati, letti in parallelo con i dati storici, consentono oggi di fare un importante passo in avanti nella conoscenza della storia antica della nostra città.
Le indagini, lo scorso anno, sono state progettate e realizzate in sinergia dal Comune di Padova, dall’Università di Padova e dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso.
Data la passione con cui lo scorso anno i cittadini hanno seguito le operazioni, queste stesse Istituzioni, attraverso lo staff degli archeologi che a ciascuna di esse afferiscono, presenteranno l’esito delle analisi, i nuovi dati e i futuri progetti sulla Padova romana nel corso di un incontro pubblico che si terrà mercoledì 19 dicembre, alle ore 17:00 nella Sala Paladin di Palazzo Moroni. Ingresso libero.
Questo il programma:
Introduzione di Andrea Colasio, assessore alla cultura e di Andrea Alberti, soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso. A seguire la proiezione del filmato "Zairo, il teatro sommerso", di Anna Ferrarese.
Parleranno poi Francesca Veronese del Museo Archeologico su “La riemersione del teatro romano: un bilancio”, Jacopo Bonetto dell’Università di Padova su “Lo Zairo: i nuovi dati” e Elena Pettenò della Soprintendenza Abap-Ve-Met, su “Padova romana: i progetti futuri”.