Comunicato stampa: il Comune deposita le osservazioni al Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali
Il Comune di Padova, così come molti altri cittadini e comitati, ha presentato delle osservazioni generali al Piano, così come osservazioni molto più specifiche su questioni puntuali ma di fondamentale importanza.
L'assessora all’ambiente Chiara Gallani commenta: “Come Comune abbiamo chiesto alla regione l’assoggettamento a Vas del citato Piano, considerate tutte le osservazioni illustrate, che richiedono un’attenta valutazione ambientale strategia del Piano stesso. Nelle nostre Osservazioni abbiamo innanzitutto evidenziato come nel Piano manchino totalmente riferimenti a step e obiettivi legislativi chiari e precisi, che riescano a far raggiungere con sicurezza, entro il 2030, la raccolta differenziata spinta e la tariffazione puntuale in tutti i Comuni della Regione, così come delle vere politiche di economia circolare che ci sono dettate dall’Europa. Siamo di fronte al semplice aggiornamento di un Piano che di fatto non esiste e che nasce già vecchio, sulla base di criteri ormai desueti e di una politica ambientale dei primi anni 2000, che chiediamo quindi rivedere e riproporre in una logica di effettiva sostenibilità ambientale e realizzazione dei principi dell’economia circolare. Indubbiamente l'elemento maggiormente analizzato riguarda l'inceneritore di Padova, trasformato dal Piano rifiuti in un “Impianto di Piano” ovvero un impianto tutti gli effetti strategico per la regione: una scelta che, oltre a porre notevoli e già evidenziate problematiche alla città, non consente la ricerca e l’applicazione di tecnologie innovative e migliorative che andrebbero implementate come base per un sistema in continua evoluzione, anche a fronte del grande impegno che il Comune e i cittadini stanno mettendo nella raccolta differenziata. Un Piano quindi che si muove in direzione diametralmente opposta alle recenti direttive comunitarie, che vedono la termovalorizzazione è al fondo della piramide dell’economia circolare, e ai filoni di finanziamento previsti nei bandi del Ministero della Transizione ecologica e nel Pnrr, i cui criteri vanno in direzione contraria a questa ipotesi di smaltimento e trattamento dei rifiuti. Abbiamo ribadito la necessità di ridurre la capacità autorizzata d'incenerimento come già abbiamo fatto notare in sede Conferenza dei Servizi sull'inceneritore. Gli obiettivi a lungo termine del Piano prevedono infatti che entro il 31 dicembre 2030, nello scenario migliore, a livello regionale debba essere assicurata la riduzione del rifiuto urbano non differenziato pro capite a 80 Kg/ab*anno, una raccolta differenziata dell’84% e una preparazione per il riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti urbani di almeno il 65% in peso. Nel Piano risultano però totalmente assenti scelte strategiche, scenari, azioni da intraprendere e un cronoprogramma per poter conseguire questi obiettivi, così come manca un'analisi delle motivazioni che hanno portato al mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal precedente piano, senza un'idea quindi di come attuare misure correttive per sanare le situazioni critiche ancora persistenti. Appare quanto mai obsoleta una pianificazione che, nel 2021, in piena transizione ecologica, proponga un’impiantistica di piano basata esclusivamente su 8 discariche per lo smaltimento e su 3 inceneritori, senza riferimenti agli impianti di riciclo e riuso: per tendere all’opzione “rifiuti zero” a smaltimento, occorre realizzare gli impianti industriali con cui recuperare materia ed è necessario un ripensamento complessivo della pianificazione che porti la regione ad una vera transizione ecologica. Oltre a queste lacune macrospcopiche a livello metodologico il Piano risulta carente per diversi altri aspetti quali ad esempio la biodiversità, il patrimonio culturale, la copertura e l’uso del suolo, le caratteristiche chimico-fisiche-biologiche dei suoli, i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità (quali Doc, Docg, Igp, Igt), le aree agricole destinate ad agricoltura biologica e aziende biologiche, le aree agricole ad alto valore naturale, i consumi idrici, il trattamento delle acque reflue. Per quanto riguarda i rifiuti speciali, come ad esempio gli Pfas, abbiamo ribadito come già fatto nell’ambito della richiesta di sperimentazione all’incenerimento dei Pfas presso la quarta linea dell’inceneritore di Padova, che nemmeno negli studi di impatto ambientale di recente analizzati dal Comitato Via regionale vi è certezza sulla capacità di distruggere i Pfas da parte dell’inceneritore e quindi non esistono oggettivamente, ad oggi, le condizioni per garantire alcuna sicurezza in merito alla non diffusione atmosferica dei Pfas da parte di un inceneritore. Crediamo questo sia il momento, per la politica, di avere coraggio e fare scelte incisive e decise in termini di tutela dell’ambiente, dell’uomo e delle comunità in cui viviamo. A Padova lo abbiamo fatto scegliendo di schierarci contro la quarta linea dell'inceneritore e lo abbiamo fatto proprio evidenziando come non si poteva affrontare una scelta del genere senza un vero Piano dei Rifiuti all'altezza delle sfide del futuro. Oggi, in questa sede, ribadiamo quanto già detto, andando nel dettaglio delle singole azioni al di là dell'incenerimento e continueremo a monitorare che l’ambiente e l’uomo siano sempre al centro delle politiche di programmazione della nostra Regione, auspicando che oggi e in questa fase in cui il Piano può essere ancora rivisto, la Regione Veneto si ponga in ascolto del territorio e della comunità e accolga le nostre osservazioni quanto tutte le altre che sappiamo sono state presentate grazie a un lavoro importante dei cittadini, perché domani sarà troppo tardi per trovare un rimedio. In ultimo mi preme sottolineare che per ottenere questo risultato e far sì che vengano accolte molte osservazioni e venga migliorato il piano, è necessario che tutte le realtà di maggioranza quanto di opposizione, che sono espresse sul dare battaglia affinché Padova non subisca le conseguenze delle errate politiche regionali, sostengano la necessità di un piano più aggiornato e attuale, un piano che guardi al futuro e non si limiti gestire l’esistente”.