Comunicato stampa: rimodulazione dell’aliquota Imu per incentivare la messa a disposizione degli alloggi a canone concordato
La Giunta ha approvato, nella seduta di ieri, una delibera che prevede una rimodulazione dell’aliquota Imu per rispondere all’attuale situazione di emergenza abitativa.
La delibera sarà approfondita nella II commissione prevista per domani, giovedì 15 dicembre, per poi essere discussa nel consiglio comunale di lunedì 19.
In questi ultimi tempi si registra un bisogno crescente di alloggi, da un lato a causa della crescita del numero di studenti iscritti all’Università ed al fatto che dopo il periodo di pandemia le lezioni sono riprese in presenza; dall’altro si aggiunge il fenomeno delle locazioni turistiche che contribuisce a ridurre la disponibilità di alloggi per i residenti.
Per questo, durante gli incontri del tavolo in occasione del rinnovo dell’accordo territoriale per il canone concordato, alla presenza dell’azienda per il diritto allo studio, delle associazioni degli inquilini, delle associazioni studentesche e delle associazioni dei proprietari immobiliari maggiormente rappresentative, sono stati ipotizzati interventi sulle aliquote Imu attualmente vigenti.
L’obiettivo della proposta è quello di continuare a favorire le locazioni a canone concordato agendo su un duplice fronte: da un lato introducendo aliquote ancor più agevolate nel caso di abitazioni locate a canone concordato; dall’altro elevando l’aliquota applicabile alle abitazioni locate a canone libero, sfitte o locate a scopi turistici.
Le aliquote Imu oggi previste sono: 1,02% per una casa sfitta, 1,02% per chi affitta con il canone libero, 1,02% ridotto di un ulteriore 25% per chi utilizza il canone concordato ma l’abitazione non risulta la residenza dell’inquilino, 0,82% ridotto di un ulteriore 25% per chi utilizza il canone concordato per le abitazioni locate a titolo di abitazione principale del conduttore (ovvero dove l’inquilino ha la residenza).
La nuova delibera prevede invece la riduzione dell’aliquota dall’1,02% allo 0,95% (ridotto di un ulteriore 25%) per chi utilizza il canone concordato ma l’abitazione non risulta la residenza dell’inquilino e la riduzione da 0,82 a 0,76% (ridotto di un ulteriore 25%) per chi utilizza il canone concordato per le abitazioni locate a titolo di abitazione principale del conduttore. La riduzione si applica per chi deciderà di tenere un canone inferiore di almeno il 15% del canone massimo previsto dagli accordi territoriali vigenti.
Nel contempo, per compensare la diminuzione di gettito prevista e allo stesso tempo incentivare la locazione, in particolare quella a canone concordato, la delibera propone di elevare dall’1,02% all’1,06% l’aliquota per chi utilizza il canone libero, per le abitazioni sfitte o locate a scopi turistici.
Il rispetto delle caratteristiche previste dal canone concordato, anche per ottenere la riduzione Imu su contratti già in essere, dovrà essere certificato dall’attestazione di conformità rilasciata da una delle organizzazioni firmatarie dell’accordo territoriale o dal contratto medesimo stipulato con l’assistenza delle stesse.
Tutte le altre aliquote ed agevolazioni restano invariate rispetto all’anno 2022.
L’assessore ai tributi Antonio Bressa afferma: “Questa rimodulazione, elaborata grazie al lavoro degli uffici che hanno elaborato diverse simulazioni, va incontro alle esigenze di studenti e inquilini per far fronte alla carenza di alloggi disponibili sul mercato abitativo ma al tempo stesso trova il favore delle associazioni che rappresentano i proprietari immobiliari. Pur senza intaccare il bilancio comunale, utilizziamo il sistema delle nostre aliquote Imu in forma progressiva per incentivare forme di abitare accessibili e il migliore punto di incontro tra domanda e offerta”.
L’assessora alle politiche abitative Francesca Benciolini aggiunge: “Una misura che persegue un duplice obiettivo: da un lato favorire l’utilizzo delle case sfitte, dall’altro incentivare i proprietari a tenere più bassi gli affitti. Nel contesto attuale, in cui le persone faticano a trovare casa e Padova ha subito un aumento esponenziale del costo degli affitti, fino ad essere la terza città in Italia, siamo partiti dalle indicazioni raccolte dai partecipanti al tavolo per gli accordi territoriali legati al canone concordato e abbiamo fatto una valutazione rispetto al possibile intervento del Comune. L’unico elemento su cui ci è possibile intervenire in questo ambito è l’Imu, che viene portato a 1,06% (limite massimo consentito dalla legge) per le case sfitte o per chi si avvale del canone libero, e abbassato per chi utilizza le fasce basse del canone concordato. Una rimodulazione che va incontro ai bisogni delle persone che scelgono Padova come città dove vivere o trascorrere un periodo della loro vita”.