Quale corpo è adatto a un bikini? Tutti
Con l’arrivo dell’estate la città si riempie di pubblicità di costumi e creme solari che ci fanno sognare il mare e le vacanze. Queste immagini, tuttavia, non sono ugualmente recepite da tutti/e. In qualche caso attivano la reazione negativa di chi non si sente a proprio agio con il proprio corpo o di chi quel corpo per motivi di discriminazione o violenza non può mostrarlo.
Simbolo di questa contraddizione è l’indumento femminile del bikini. Il costume da bagno in due pezzi fu una vera e propria rivoluzione e divenne il simbolo dell’emancipazione femminile dopo gli anni ‘50 del ‘900. Prima, i costumi da bagno erano severamente regolamentati e le donne in spiaggia venivano multate se ne indossavano uno troppo corto o succinto.
Il Centro Veneto Progetti Donna, che gestisce il Centro antiviolenza di Padova, e il Centro Antidiscriminazioni LGBT+ “Mariasilvia Spolato” sostengono la libertà di tutte le donne di mostrare il proprio corpo, oltrepassando i limiti imposti da chi vuole esporre solo donne conformi e rientranti nei canoni.
Il Comune di Padova, nell’ambito del Protocollo di rete istituzionale contro la violenza di genere, sostiene attivamente la campagna “Quale corpo è adatto a un bikini? Tutti” con l’affissione in città dei manifesti che invitano alla liberazione del corpo femminile e, al tempo stesso, pubblicizzando i servizi a disposizione delle donne vittime di violenza o discriminazione.
Le protagoniste dei manifesti sono donne che hanno messo a disposizione il loro tempo per condividere un messaggio di libertà e di liberazione da modelli e stereotipi culturali, sono una piccola rappresentanza, non esaustiva, delle splendide differenze dell’universo femminile.
Le foto sono di Thomas Possamai.