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Comunicato stampa: ultimi giorni per la mostra fotografica "Lunare è la luce – sguardi sedimentati" di Giorgio Boato
16/07/24
Tipo notizia
Comunicati stampa
Ultimo aggiornamento: 17/08/2024
Ultimi giorni per visitare la personale del fotografo Giorgio Boato alla Sala della Gran Guardia di piazza dei Signori a Padova.
"Lunare è la luce - Sguardi sedimentati", realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Padova, è visitabile infatti fino a domenica 21 luglio con orario 9.30.12.30, 16.00-19.00. La mostra propone una selezione di due progetti fotografici il cui fil rouge è il “tempo sospeso”.
“Lunare è la luce” è il primo progetto che si compone di due sezioni: la prima dedicata alla luna, con cui il fotografo gioca in una ricerca di improbabili accostamenti, suggestive coincidenze e vere e proprie alchimie fotografiche, che escono dal tempo. La seconda dedicata ai “ponti veneziani” immortalati durante il tempo delle zone rosse a arancio della pandemia, quando l’affollata Venezia viveva di inediti silenzi inframmezzati dal garrito dei gabbiani, di acqua ferme e trasparenti svuotate dalla presenza di imbarcazioni.
Il “ponte” è l’elemento architettonico e urbanistico scelto per raccontare uno spazio-tempo surreale, ma realmente vissuto. La scelta del bianco e nero per “i ponti veneziani” sottolinea ulteriormente il “tempo sospeso” di quel momento, che vedeva svuotati calli, campi, campielli e ponti, isolandoli in una situazione del tutto inedita e appunto “lunare”, portandola fuori dal tempo e dalla storia e rendendola contemporaneamente presente.
Nella sezione “Lunare è la luce” foto in bianco e nero e foto a colori si alternano in un’esposizione che viaggia prevalentemente nella dimensione del piccolo formato (10x15 cm), creando finestre che fermano il tempo e aprono l’immaginazione, il pensiero, l’evocazione, il ricordo. Un puzzle di luci, ombre, chiaroscuri, simboli. Lunare è la luce” foto in bianco e nero e foto a colori si alternano in un’esposizione che viaggia prevalentemente nella dimensione del piccolo formato (10x15 cm), creando finestre che fermano il tempo e aprono l’immaginazione, il pensiero, l’evocazione, il ricordo. Un puzzle di luci, ombre, chiaroscuri, simboli.
Il secondo progetto – “Sguardi sedimentati” – vede protagonista la persona, e in particolare lo sguardo: sono ritratti, realizzati al buio quasi totale o in penombra, i cui sguardi velati rimandano al reale, ma sono in realtà “senza tempo e fuori dall’istante”, in quanto frutto della sedimentazione/fusione creata dalla posa lunga, di 30 secondi. Questo progetto comprende fotografie di più grande formato che reinterpretano, per tecnica ed esposizione, quello che agli albori della fotografia era una necessità, ossia l’utilizzo di pose con tempi molto lunghi. L’esito finale è una sorta di sedimentazione di progressive velature, trasfigurando la somma di istanti reali sovrapposti in un tempo “aggiunto”, che non esiste. I soggetti sono uomini e donne in cui lo sguardo è il luogo di sintesi di questo tempo inesistente.
Giorgio Boato, fotografo - fotoreporter
Veneziano di nascita, padovano di adozione, inizia a “scattare” a 11 anni e da allora non ha più smesso, facendo della fotografia non solo la sua passione, ma il suo mestiere: dal reportage alla cronaca, dal ritratto all’architettura, dai beni culturali al tessile…
Ha iniziato a collaborare con il Gazzettino e Gente veneta, quindi per 26 anni ha lavorato per il quotidiano nazionale Avvenire, spaziando dalla cronaca alla cultura, curando in particolare la ritrattistica di personalità della cultura e della Chiesa.
Le sue foto sono state pubblicate inoltre su Donna Moderna, Gente Money, Oggi, L’unità, Il Giornale, La Nuova Venezia, La Difesa del popolo, La Vita del popolo, Messaggero sant’Antonio, Il Santo dei Miracoli, Famiglia cristiana, La Repubblica, Topolino, Blick (Svizzera); Bild Zeitung (Germania).
Fotografie di Giorgio Boato appaiono in cataloghi e volumi d’arte, copertine e quarte di copertine di libri e in intere campagne fotografiche museali.
Quella alla Sala della Gran Guardia è la prima personale a Padova. In precedenza il fotografo ha esposto a Venezia all’interno degli eventi culturali in partecipazione - Beteiligung con il Padiglione Austriaco Austria at the Venice della Biennale Architettura 2023 e a Villorba (Tv) nello spazio che ospita mostre ed eventi culturali della libreria Lovat.
Ha iniziato a collaborare con il Gazzettino e Gente veneta, quindi per 26 anni ha lavorato per il quotidiano nazionale Avvenire, spaziando dalla cronaca alla cultura, curando in particolare la ritrattistica di personalità della cultura e della Chiesa.
Le sue foto sono state pubblicate inoltre su Donna Moderna, Gente Money, Oggi, L’unità, Il Giornale, La Nuova Venezia, La Difesa del popolo, La Vita del popolo, Messaggero sant’Antonio, Il Santo dei Miracoli, Famiglia cristiana, La Repubblica, Topolino, Blick (Svizzera); Bild Zeitung (Germania).
Fotografie di Giorgio Boato appaiono in cataloghi e volumi d’arte, copertine e quarte di copertine di libri e in intere campagne fotografiche museali.
Quella alla Sala della Gran Guardia è la prima personale a Padova. In precedenza il fotografo ha esposto a Venezia all’interno degli eventi culturali in partecipazione - Beteiligung con il Padiglione Austriaco Austria at the Venice della Biennale Architettura 2023 e a Villorba (Tv) nello spazio che ospita mostre ed eventi culturali della libreria Lovat.