Comunicato stampa: 20 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dalla Rete Re.a.dy la richiesta di intervento per garantire diritti ai bambini e alle bambine delle famiglie omogenitoriali
19/11/24
Tipo notizia
Comunicati stampa
Ultimo aggiornamento: 19/11/2024
Il 20 novembre si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e gli enti della Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), tra cui il Comune di Padova, colgono l’occasione per ricordare che l’art. 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, ratificata dallo Stato Italiano nel 1991, prevede che “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione…”. Per rendere effettivo questo impegno, chiedono al Legislatore di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nate da un progetto familiare di una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre famiglie.
L’obiettivo è continuare a tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, che nel nostro Paese non hanno gli stessi diritti di figli e figlie nate e cresciute da coppie di persone eterosessuali.
La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, entro l'assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente tutelata, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell'Unione europea e di fatto discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori.
Come già ribadito il 12 maggio 2023, durante la manifestazione “Le Città per i Diritti” a Torino, alla quale parteciparono Amministratori e Amministratrici da tutta Italia, non è più procrastinabile un intervento legislativo, più volte richiamato anche dalla Corte Costituzionale, che consenta ai Comuni di assicurare ai figli e figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento alla nascita della doppia genitorialità; sui Sindaci e sulle Sindache, in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nella compilazione dell’atto di nascita di figli e figlie delle coppie omogenitoriali, sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale ed umana.
Il 20 novembre ricorre anche la Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, che come ogni anno vede molti enti partner della Rete impegnati ad organizzare iniziative di sensibilizzazione per contrastare i frequenti episodi di discriminazione e violenza che subiscono le persone transgender e non binarie. La coincidenza delle due giornate consente pertanto di evidenziare la necessità che tutte le istituzioni agiscano affinché le persone adolescenti non debbano più subire bullismo e violenze a causa della loro identità di genere nelle scuole e in ogni ambito della vita sociale.
L’assessora ai diritti umani e allo stato civile del Comune di Padova, Francesca Benciolini, sottolinea: “Le famiglie omoaffettive sono parte della nostra comunità, i loro figli e figlie sono nostri concittadini e concittadine ed è quindi per noi ovvio che i loro diritti e la loro tutela siano per noi di primaria importanza. E’ la Costituzione stessa a ricordarci che è nostro compito rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e in questo momento siamo in attesa, insieme a tante famiglie, che la Corte Costituzionale si pronunci proprio su questa materia. Nel frattempo il nostro Comune continuerà a mettere in campo tutte le azioni possibili perché “il maggiore interesse dei minori” sia sempre tutelato e il benessere loro e delle loro famiglie, come quello di ogni persona del nostro territorio, sia garantito”.
La consigliera comunale Etta Andreella aggiunge: “Se intendiamo parlare oggi dei diritti delle bambine e dei bambini delle coppie omogenitoriali dobbiamo partire dalle parole chiave: riconoscimento e identità, ma anche rispetto, inclusione, conoscenza, consapevolezza, autodeterminazione. Inoltre se parliamo di diritti dobbiamo riconoscere che ci sono persone in Italia che non vi accedono e, conseguentemente, dobbiamo essere molto chiari nel dichiarare che se i diritti non sono di tutte e di tutti non sono diritti ma privilegi. Se vogliamo che i diritti dei bambini e delle bambine della coppie omogenitoriali vengano riconosciuti, non come un’elargizione ma come un dato di fatto in un Paese che si dice democratico, dobbiamo chiedere a gran voce al Parlamento e al Governo di questo Paese di esprimersi per garantire tali diritti e di riconoscere uguale dignità a tutte le famiglie".